Il percorso naturalistico culturale Nervi tra Arte e Natura è uno dei tanti prodotti offerti nell’ambito del progetto europeo Alter Eco Med, in primo luogo per un turismo slow e interattivo che non sia concentrato solo nel capoluogo genovese.
Lo “viviamo” nel pomeriggio, dopo la salagione delle acciughe che abbiamo imparato alla mattina e successivamente al gustoso pranzo, come vi ho raccontato nell’articolo sul social tour!
Lo dico subito: adoro i Parchi di Nervi e l’anno scorso mi sono letteralmente innamorata dei Musei…sono di parte? Forse sì, ma attraverso, spero, le mie parole, e una vostra visita diretta mi troverete più imparziale di quanto sembri e, soprattutto, non vedrete l’ora di iniziare con le guide il percorso Nervi tra Arte e natura!
Rosa Bianca Paneri della Cooperativa Dafne è una guida ambientale della Regione, dalle Alpi Marittime a Portovenere come ci dice e ci parlerà del Parco sotto l’aspetto geologico e botanico, con un attenzione al food…in pratica sono nel mio!
Nervi tra Arte e natura, origine celtica
Iniziamo dalla Passeggiata Anita Garibaldi che percorre Nervi in tutta la sua lunghezza: un percorso pedonale a picco sul mare!
Etimologicamente Nervi deriva dal celtico Near av inn, località vicino all’acqua, perché nacque dal porticciolo, alla confluenza tra il rio Nervi e il mare.
Vediamo in lontananza la Torre Fieno poi diventata Gropallo. Il suo scopo era difensivo, per avvisare la popolazione dell’attacco dei pirati. Se c’era qualche minaccia, le sentinelle a guardia sulla torre intridevano di liquido la vegetazione che era nei dintorni.
Durante il giorno, imbevevano di acqua l’erica, la ginestra e il fieno e il fumo dava l’allarme, mentre di notte l’olio incendiava gli sterpi.
Lo sguardo volge verso il basso e si sofferma sugli scogli di calcare del Monte Antola dalla composizione marmosa, di arenaria e di argilla.
Sono rocce sedimentarie che si formarono sulla pavimentazione oceanica ed emersero durante i movimenti della crosta terrestre.
Estremamente friabili, sono continuamente erose, a differenza del Monte di Portofino che degrada nel mare a levante!
Le strisce bianche che si distinguono nettamente sono di carbonato di calcio, la calcite.
Nervi tra Arte e natura, Riviera in città
La viabilità è sempre stata principalmente marina.
Con l’impegno del marchese Gropallo, sindaco di Nervi, che acquistò nel 1823 Torre Fieno trasformandola in Torre Gropallo collegandola direttamente alla villa e, soprattutto, la costruzione della ferrovia nel 1871, la località diventerà meta di turismo internazionale, soprattutto del Nord Europa.
Villa Gropallo è stata acquistata dal Comune di Genova nel 1927.
La passeggiata sul mare, le palme, i giardini e i trafori che la collegano al Nord ne fanno una delle mete più amate dai turisti stranieri e dai letterati, come Bordighera nel ponente ligure.
Nervi tra Arte e natura, il percorso botanico
Per noi del social tour è stato studiato un giro incentrato in primo luogo sul food che, con la preparazione della nostra guida, diventa una miriade di nozioni e curiosità!
Vi descrivo alcune delle piante che ci ha segnalato, con alcune sorprese!
Carrubo, Ceratonia siliqua
Lo riconosciamo facilmente per i suoi frutti, le carrube, che contengono dei semini chiamati carati!
Il carato infatti ha dei semi che anticamente erano utilizzati come unità di misura dell’oro e delle pietre preziose, a causa della loro massa ritenuta omogenea.
I baccelli sono utilizzati per l’alimentazione zootecnica, ma anche per la nostra e la farina trova molteplici impieghi.
Feijoa o Acca Sellowiana
Albero scenografico che produce frutti che assomigliano ai kiwi, ma con la buccia liscia. All’interno assomigliano al melone d’inverno, ricchi di semi.
È un frutto benefico, ricco di vitamine C e B6 dalle moltissime proprietà!
Lentisco, Pistacia Lentiscus
Detto anche più comunemente Albero del Mastice perché, incidendo la cortecce, fuoriesce un mastice bianco che le popolazioni arabe masticano, come il chewing gum, con proprietà antisettiche e antinfiammatorie.
La marineria non esisterebbe senza questa pianta, perché serviva per isolare le assi di legno che formavano le imparcazioni.
Dove c’era un cantiere navale esisteva una coltivazione di lentisco: ricordate che ne avevo parlato per il social tour di Natale a Genova riferito alla famiglia Giustiniani che lo commerciava?
Altra curiosità è data dai suoi piccoli frutti rossi: negli anni di magra, sostituivano le olive per ricavarne l’olio. È molto usato in dermatologia.
Corbezzolo, Arbutus unedo
Lo conosciamo tutti, è tipico della macchia mediterranea e ha frutti commestibili.
Molto ornamentale per il verde brillante delle foglie che contrastano con il rosso dei frutti in contemporanea ai fiorellini bianchi.
Ha la particolarità di attirare l’unica farfalla tropicale europea, Charaxes jasius, che si nutre delle sue foglie ma senza danneggiare la pianta.
Palme
Le Palme, che costellano tutta la Riviera, sono piante molto antiche, soprattutto le Cicas. Sono sia monoiche, ovvero una stessa pianta ha fiori maschili e femminili e, le più antiche, dioiche.
Solo la palma da cocco e da dattero danno frutti commestibili, perchè gli altri sono troppo ricchi di tannino, mentre i germogli sono tutti edibili: i noti cuori di palma.
Il discorso scivola sui germogli degli abeti e la nostra impareggiabile guida ci fornisce una ricetta fitoalimurgica:
Sciroppo di gemme di abete
Raccogliere le gemme di abete e porle a bagno in acqua fredda per tutta una notte.
Il giorno dopo si fanno bollire per 40 minuti. Si spremono molto bene e si raccoglie il succo in un pentolino che si farà bollire con dello zucchero di canna integrale.
Verso il roseto
Mentre ci avviamo verso il roseto, scopriamo che il leccio è l’unica pianta le cui foglie captano l’elettrosmog, purificando l’aria!
Passando vicino alle camelie ancora in fiore, Rosa Bianca ci spiega che i rametti stagionati per tre anni, preferibilmente della Sinensis, ci danno un tè privo di sostanze eccitanti!
Ecco l’Albero di Giuda, il Cercis, chiamato così perché si narra che Giuda vi si sia impiccato, ha la particolarità di fiorire sui rami senza foglie e i suoi bei fiori rosa sono edibili.
Acanto, Acanthus mollis
Passiamo vicino a delle belle piante di Acanto, simbolo dei capitelli corinzi perchè legati alla leggenda della fanciulla morta poco prima del matrimonio e sulla cui tomba crebbero queste piante.
Foglie e fiori hanno proprietà depurative per il fegato: io so per certo che ne sono ghiotte le lumache, che me lo divorano…devono essere depuratissime!!!
Pino di Aleppo, Pinus halepensis
Unico pino spontaneo della Liguria, tutti gli altri sono coltivati, ha bisogno di pochissimo per vivere.
Il Pino Carega è diventato simbolo di resilienza della Liguria e, in particolar modo, di Portofino e della Liguria soprattutto in seguito alla devastante mareggiata dell’ottobre 2018.
Cocco del Cile, Jubaea Chilensis
Uno degli alberi monumentali presenti nel Parco, produce frutti come il cocco africano ma molto più piccoli!
Gli alberi monumentali sono segnalati con il simbolo che vedi in foto.
Il roseto e Villa Grimaldi
Villa Grimaldi è la più antica tra le tre, Villa Serra e Villa Gropallo. Costruita nel 1500, nel 1547 Gian Luigi Fazio ordì la congiura contro Andrea Doria, uccidendone il nipote.
Ha uno stile rinascimentale, come si vede dal tetto e dalle due rampe di scale che conducono al terrazzo.
Il roseto è nel massimo del suo splendore, un insieme di colori e di forme.
Creato nel 1981 per volere del Direttore del Servizio Giardini e Foreste del Comune di Genova, ha avuto fasi altalenanti e sta ritornando al suo antico splendore.
Diviso principalmente in rose antiche e moderne, con una sezione dedicata alle piante che producono cinorroidi e foglie dal colore decorative nella stagione autunnale e splendidi pergolati di rose rampicanti, dove spiccano la rosa rampicante Mermaid e le Banksie.
Nervi tra Arte e natura, il Percorso Arte
Cambio di guida: ad accoglierci troviamo Manuela Farina, gentilissima e accogliente, e ci avviamo a conoscere i tre musei.
Raccolte Frugone
Tutta la collezione presente a Villa Grimaldi è stata raccolta dai fratelli Frugone.
Soprattutto Luigi, commerciante di cereali, diede grande impulso a creare la Raccolta.
Grazie all’incontro con il grande collezionista ed esperto d’arte Ferruccio Stefani, che ne consigliò gli acquisti e curò l’allestimento di quello che già nelle intenzioni dei fratelli sarebbe diventato un museo.
La collezione rappresenta il gusto del mercante d’arte e infatti non si trovano opere di avanguardia.
Museo
Il periodo rappresentato nelle collezioni è tra la metà ‘800 agli inizi del ‘900 e l’opera più nota, purtroppo fuori sede, è Miss Bell di Giovanni Boldini, uno dei principali impressionisti italiani.
Tra le opere, risaltano lo scultore simbolista Bistolfi, il macchiaiolo Fattori e scopriamo la particolarità di Palizzi che, per dare maggiore naturalezza e realismo alle sue pitture, preparava lui stesso i pennelli differenziati a seconda di quello che voleva rappresentare, fosse il vello della pecora o il crine del cavallo.
Di grande impatto l’opera Il Risveglio, di Rubino che rispecchia i canoni estetici del fascismo, con corpi atletici, scultorei.
Non si può non uscire sulla terrazza da cui si gode la vista del mare e del verde dei parchi. Introduce alle due rampe di scale un bel risseau, termine genovese che indica il mosaico di ciottoli bianchi e neri.
Galleria d’Arte Moderna
Villa Serra è una bella costruzione del ‘500 che ha subito, inseme al parco, diverse trasformazioni, a seconda dei diversi proprietari, fino all’800 che la rimanda intatta fino a d oggi. Il parco è in continuità con la villa, tramite l’elegante bow window e le grandi finestre che vi si affacciano.
Con l’annessione alla Grande Genova nel 1926, Nervi perde la sua autonomia e con essa prestigio e finanziamenti: basta pensare che i 70 alberghi presenti allora sono diventati sette!
La GAM raccoglie opere raccolte da Odone di Savoia, quartogenito di Re Vittorio Emanuele II, allontanato dalla famiglia e morto a soli vent’anni a causa di gravi problemi di salute. Integrazioni alla collezione sono ad opera di acquisti del Comune di Genova e prestiti della Wolfsoniana.
Il tema della Galleria è quello risorgimentale, dove viene valorizzata la nostra nazione attraverso l’arte e la cultura italiana.
Galleria Wolfson
“Benvenuti nella sede espositiva della Collezione Wolfson; le opere che vedrete e che conoscerete sono la testimonianza di uno dei periodi più densi di cambiamento della nostra storia recente.
Uscirete dal museo e dalla navigazione di questo sito con delle domande e dellecuriosità.
È l’obiettivo del mio collezionare: “fare pensare le persone”.
…ma non sono interessato a cosa penserete: sarò solo contento di aver stimolato in voi la nascita di un’idea, di un ricordo, di un sogno“.
Mitchell Wolfson Jr.
Museo
Il Museo è il frutto della collezione di Mitchell Wolfson che ha dedicato e dedica la sua vita all’arte, continuando ad acquistare opere collocate tra il 1880 e il 945 e dislocate tra due musei, a Miami e qui a Nervi.
Se dovessi definire la Wolfsoniana, userei il termine di Brutto anatroccolo: dopo la magnificenza dei parchi e delle sue ville, l’edificio è, a prima vista, più anonimo e moderno.
Si entra in un atrio con le statue dei quattro fondatori della Patria, due esempi della propaganda fascista…rimane sempre anatroccolo (gli esperti e cultori mi perdoneranno) e poi, salita la scala… si trasforma in cigno!
Il Museo.
Al primo piano, prima di entrare nelle sale, un quadro di Sexto Canegallo, La Folla che rappresenta la popolazione che si sposta dalle campagne alla città, diventando una massa informe di gente.
Dietro sono raffigurate le maschere che rappresentano la consapevolezza del sé con la nascita della psicologia e il riferimento a Freud.
Spicca l’Aeroritratto simultaneo di Italo Balbo, Enrico Prampolini, 1940. Ci racconta Manuela che Italo Balbo, uno dei primi aviatori transoceanici, era molto amato dalla popolazione, sia italiana che libica, dove fu governatore. Fu colpito dalla contraerea amica, forse volutamente, mentre era in volo.
La Camera dei bambini, Antonio Rubini, fondatore del Corriere dei Piccoli,con il bambino buono e il bambino cattivo.
In questo piano si passa dall’artigianato all’industrializzazione: in pochissimi decenni dalle linee della Camera egizia del 1906 all’Autarca del 1935.
Salotto in stile liberty completo che è una vera rarità in Italia, dove tutto è lavorato a mano e con ricchezza di dettagli e particolari.
In La Notte di Duilio Cambellotti, 1925 in noce, avorio ed ebano sono rappresentate le contadine.
Quelle che sembrano nuvole, avvicinandosi, diventano pecore, che contiamo alla sera prima di dormire.
L’Autarca.
L’Autarca, Angelo Fasce. 1936, vuole rappresentare l’autosufficienza; uno scopo semplicissimo che è per riassumere il non alzarsi da tavola.
Ecco che ha tutto il necessario: la parte centrale si alza e abbassa per consentire la visuale; i primi meccanismi che permettono di scaldare le vivande; le stoviglie necessarie al pasto, dal Richard Ginori ai vetri di Murano e ai primi oggetti in bachelite!
Doveva essere prodotto in serie, ma è rimasto esemplare unico: peccato, vero? Lo apprezzeremmo anche oggi!
E poi la prima lavatrice, l’aspirapolvere, la mitica Vespa e il ventilatore che sarebbe la passione di tutti gli aracnofobici! :D
Grazie Nervi, di essere così bella!
La giornata volge al termine! La stanchezza si fa sentire: la giornata è stata impegnativa, ma sono così gratificata e grata per avere visto e imparato tante cose!
Il percorso Nervi tra Arte e natura è stata un’immersione di fascino ed emozioni, tra angoli suggestivi, scorci mozzafiato e un’arte senza tempo: l’orgoglio per la mia città è grande…scopritela anche voi!
Nota.
Ho scattato le foto di Nervi antica dal libro Genova antica e dintorni, Giulio Miscosi, Mondani Editore, 1974
Sono consapevole di essere innamorata dell mia città: cerco però di essere critica. Sicuramente Nervi ha ancora del lavoro da fare, ma Euroflora e le manifestazioni ai Parchi le hanno dato un bell’impulso! In tutta sincerità l’ho vista notevolmente migliorata rispetto agli ultimi tempi…poi ci sono cose inguardabili come la Marinella, ma ha anche tanti aspetti veramente positivi e belli! Dei Musei poi sono entusiasta…il roseto sta ritornando al suo splendore e i parchi sono migliorati :)
Nervi bella a vedersi, ma la Marinella, i Bagni Traverso, e le varie ville in disgrazia di Viale delle Palme, dove le mettiamo?