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Semaforo Vecchio e Nuovo al Parco di Portofino

by Francesca Vassallo
21 Giugno 2020
in Girovagando, Liguria, terra leggiadra
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Semaforo Vecchio e Semaforo Nuovo è un percorso ad anello nel Parco di Portofino che ha come punto di partenza e di arrivo San Rocco di Camogli.

Il Parco di Portofino, istituito nel 1935, è una cornice splendida che caratterizza la Liguria in un misto di verde e mare con scorci stupendi dove si passa da fitti boschi a balconi sul mare, il blu del mare si confonde con quello del cielo, spesso inframmezzato da spicchi di macchia mediterranea che ruba spazio alle rocce.

I sentieri sono tantissimi e offrono molte possibilità. Lo stesso percorso che descrivo si può variare: poco più di un anno fa avevamo seguito un itinerario diverso e anche pochi giorni fa ci siamo adattati a seconda del tempo. Stanchi infatti di passare nel bosco con un meteo variabile, abbiamo tagliato verso la discesa che porta alle Batterie per tornare a San Rocco.

Partenza.

Si lascia l’auto nel piazzale adibito a parcheggio prima di entrare nel paese di San Rocco.

È a pagamento solo nei giorni festivi e prefestivi, altrimenti la sosta è libera. Si parcheggia e ci si inoltra per questo splendido piccolo agglomerato di case.

Arrivati sul piazzale, ci si affaccia dal sagrato per godere di una splendida vista sul Golfo di Genova e la Riviera di Ponente.

Dal sagrato di San Rocco 1
Inizio sentiero dalla Chiesa di San Rocco 2
Creusa verso Sella Gaixella 3
Creusa verso Sella Gaixella panorama 4
Creusa verso Sella Gaixella 5
Creusa verso Sella Gaixella 7
Creusa verso Sella Gaixella 8
Creusa verso Sella Gaixella 10

Verso Sella Gaixella.

A fianco della chiesa c’è una fontanella e si nota una creusa che sale a gradini con il simbolo di un cerchio vuoto rosso su fondo bianco.

Si passa in stretti caruggi, vicoli, fra case colorate, fasce coltivate a olivi e scorci sul mare e la scogliera sottostante.

Qui trovi una bella storia di resilienza ligure, il Pino Carega, tra Santa Margherita e Portofino:

Pino Carega: simbolo di resilienza ligure su uno scoglio

Lungo il percorso si trovano delle colonnine che raffigurano i quindici Misteri del Rosario che ripercorrono la vita di Gesù.

Curiosità.
Da Camogli partiva una processione fino a un altare in prossimità di Sella Gaixella come ringraziamento per la scampata peste.
Le edicole hanno delle formelle in ceramica realizzate negli anni ’50 dal pittore bolognese Francesco Dal Pozzo e poi rifatte dal pittore Edoardo Ceccardi.
Piastrelle votive Parco Portofino 6
Piastrelle votive Parco Portofino 11
Piastrelle votive Parco Portofino 12
Piastrelle votive Parco Portofino 13
Piastrelle votive Parco Portofino 14

L’ascesa non è ripida e le salite si alternano a tratti pianeggianti. Passate le case sopra San Rocco, ci si inoltra nel bosco che diventa sempre più fitto e incolto.

Dopo circa una mezz’ora di percorso si giunge a Sella Gaixella, 420 m.s.l.m., detta anche Sella Donzina o Dolcina, che è un crocevia dove si intersecano la strada che proviene dal Monte di Portofino e i sentieri verso le altre direzioni del parco, come Pietre Strette, San Fruttuoso e la cittadina di Portofino o Semaforo Vecchio e Semaforo Nuovo.

Creusa verso Sella Gaixella 16
Creusa verso Sella Gaixella 15
Creusa verso Sella Gaixella 17
Indicazioni daSella Gaixella 18
Sentiero per Semaforo Vecchio 20
Sella Gaixella da Portofino Vetta 19
Curiosità.
Sella Gaixella è un valico che separa il versante occidentale da quello orientale del promontorio di Portofino. Adesso è una zona boschiva, ma agli inizi del ‘900 era una zona erbosa adibita anche al pascolo degli animali.

Da Sella Gaixella a Semaforo Vecchio.

Presso Sella Gaixella c’è un’area di sosta attrezzata con panche e tavoli in legno. Il sentiero, con segnavia quadrato rosso pieno, si divide e imbocchiamo quello a sinistra, verso Semaforo Vecchio con 3 pallini rossi.

La vegetazione boschiva è formata soprattutto da carpino nero, anche se nel tratto iniziale troviamo cipressi e abeti bianchi. Lungo il percorso si incontrano formazione rocciose e stretti cunicoli. La roccia che predomina è il conglomerato di Portofino, la puddinga.

In una mezz’ora sbocchiamo nel grande pianoro di Semaforo Vecchio.

Sella Gaixella verso Semaforo Vecchio 20
Sentiero per Semaforo Vecchio 21
Sentiero per Semaforo Vecchio 22
Sentiero per Semaforo Vecchio 23
Sentiero per Semaforo Vecchio 24
Sentiero per Semaforo Vecchio 25
Sentiero per Semaforo Vecchio 26

Semaforo Vecchio.

È il punto più elevato del Promontorio di Portofino, 610 m.s.l.m. e è un posto ideale per sostare, con un grande prato circondato da alti alberi e attrezzato con panche e tavoli.

Semaforo Vecchio 37
Sentiero per Semaforo Vecchio 27
Semaforo Vecchio segnaletica 32
Semaforo Vecchio segnaletica 31

L’antico semaforo.

Intorno al 1870 fu eretta una linea semaforica costiera che passò in seguito sotto il controllo della Marina Militare. La sua funzione iniziale era di sorveglianza del mare e di stazione meteorologica per le navi.

Abbandonato, venne restaurato intorno agli anni ’30 dalla Milizia Forestale con l’istituzione del Parco di Portofino.

Durante la II Guerra Mondiale, venne costruita una piccola caserma gestita da militare italiani e tedeschi con lo scopo di avvistamento e riconoscimento degli aerei nemici (T.T. 81).

Curiosità.
Il passaggio da Semaforo Vecchio a Semaforo Nuovo avvenne tra il 1880 e il 1890. Il motivo fu che il Monte spesso è avvolto dalle nebbie e la posizione sul mare del Semaforo Nuovo offriva maggiore visibilità per i naviganti.
Semaforo Vecchio 33
Semaforo Vecchio 34

Il giardino delle nemorali.

Da semaforo vecchio si trovano le indicazioni per il Giardino botanico delle nemorali, ovvero del bosco, dove ero stata in una precedente escursione nel mese di settembre.

Il bosco del parco è costituito da mesofile cioè di mezzo, intendendo né troppo arido né troppo bagnato, né troppo assolato ma neanche troppo in ombra. Le piante che lo costituiscono sono principalmente carpini neri, frassini e castagni.

Il giardino è in uno stato di seminaturalità dove lo scopo delle aiuole è di preservare le piante presenti nel parco difendendole dagli ungulati.

Da Semaforo vecchio a Semaforo Nuovo 36
Sentiero per Semaforo Nuovo 38
Sentiero per Semaforo Nuovo 39
Sentiero per Semaforo Nuovo 40
Sentiero per Semaforo Nuovo 41
Sentiero per Semaforo Nuovo 42
Sentiero per Semaforo Nuovo 43
Sentiero per Semaforo Nuovo 44
Sentiero per Semaforo Nuovo 45

Verso Semaforo Nuovo.

Si scende nel bosco dove molti alberi sono abbattuti, qualcuno anche nei pressi del sentiero, probabilmente per la tromba d’aria dell’ottobre 2016.

La vegetazione diventa macchia mediterranea, con scorci sulla costa sottostante. Sulla sinistra, al termine di un tratto di discesa, c’è uno spiazzo con panche e tavoli.

Continuando il percorso, si arriva a un incrocio dove l’indicazione taglia per il vicinissimo Semaforo Nuovo.

Semaforo Nuovo 46
Sentiero per Semaforo Nuovo 46

Semaforo Nuovo.

Il sentiero sembra a tratti scavato dall’acqua torrente e si giunge al semaforo in 5 minuti.

Dopo aver sostituito come accennavo il Semaforo Vecchio, è stato una postazione militare durante la II Guerra Mondiale e, da qui, si possono notare le fortificazioni che costellano il pendio: le Batterie. È presente anche un punto di atterraggio per elicotteri.

La vista è ampia e spazia su quasi tutto il Golfo ligure mentre in basso risaltano i colori della Cala dell’Oro e si intravvede lo scoglio di Punta Chiappa.

Per tornare a San Rocco dovremo ritornare indietro, ma decidiamo di scendere il sentiero che si congiunge con quello per le Batterie e che prosegue, volendo, per Punta Chiappa e, per quanto ci riguarda, tornare a San Rocco.

Verso le Batterie con il Monte Campana.

Il tracciato è scosceso ed è protetto in molti punti da una ringhiera con catena, ma è molto panoramico e si ha una visuale della costa sottostante.

Prende sempre più forma il Monte Campana o Monte Bricco, di cui si vede la parete occidentale che è più aspra e che domina sul versante.

Monte Campana

Arrivati alla congiunzione con il sentiero che proviene da San Rocco, oltrepassiamo quello che scende alle Batterie e a Punta Chiappa, piuttosto ripido ma dalla vista scenografica, e ci inoltriamo verso il punto di partenza, segnavia due pallini rossi.

Incontriamo alcuni manufatti militari, come la Piazzola dell’Artiglieria Contraerea e la postazione della sentinella.

Dopo un bivio per i Semafori, con un percorso più agevole di quello che abbiamo fatto, ci si immette gradualmente in Via Mortola, passando tra i piccoli gruppi di case di Poggio e Mortola, per arrivare nuovamente a San Rocco.

 

Semaforo Nuovo 47
Semaforo Nuovo 48
Sentiero per le Batterie 50
Sentiero per le Batterie 51
Sentiero per le Batterie 52
Sentiero per le Batterie 53
Sentiero per le Batterie 54
Dalle batterie a San Rocco 55
Dalle batterie a San Rocco 56
Dalle batterie a San Rocco 57
Dalle batterie a San Rocco 58
Dalle batterie a San Rocco 59
Dalle batterie a San Rocco 60
Dalle batterie a San Rocco 61
Dalle batterie a San Rocco 62

Note sul percorso.

L’anello è adatto a tutti, escluso il tratto che scende da Semaforo Nuovo alle Batterie, che è piuttosto scosceso. Volendo un percorso più dolce, conviene tornare indietro da Semaforo Nuovo e imboccare il sentiero con i due triangoli rossi vuoti che passano da Toca, Fornelli per arrivare a San Rocco.

Lungo tutto il tracciato si trovano punti di sosta attrezzati con tavoli e panche, mentre conviene portarsi l’acqua da bere.

Punta Chiappa

 

Tags: anelloparco di portofinotrekking
Francesca Vassallo

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Dopo un periodo di assenza, torno in una giornata simbolica che unisce tutto e tutti: la festa dei nonni che si festeggiano il 2 ottobre, giornata dedicata agli Angeli custodi.
Tutti noi conosciamo la torta della nonna, la golosa crostata con crema pasticcera e ricoperta di pinoli, ma io ho preparato la crostata del nonno, una versione brown. Secondo me più golosa, è un guscio di pasta frolla al cacao ripiena di crema pasticcera al cioccolato e ricoperta di mandorle…un vero comfort food. 🍫
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Da domani in tutta Italia riprenderà una certa normalità e potremo muoverci nella nostra Regione. In Liguria potevamo già farlo, ma purtroppo dopo continue giornate di sole durante il lockdown ultimamente non siamo più così fortunati. 🌞 
Per questo nuovo inizio vi parlo di un percorso ad anello, che si può percorrere anche in MTB e che ho fatto a febbraio. 
Unisce due dei borghi più belli d’Italia, Finalborgo e Verezzi che vi consiglio di visitare, per arrivare all’Antica Croce in pietra, da cui si gode di un panorama mozzafiato e si può sostare per mangiare un panino in tranquillità.
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In questa giornata diversa, fatta per molti di separazioni e di attese, c’è il sorriso della vicinanza affettiva.
Avevo immaginato una ricetta diversa, che preparerò quando ci riuniremo, a base di rose perché le rose sono uno dei fili conduttori di generazioni nella mia famiglia, dal nonno che le aveva piantate, a Carlo che le cura e a Luca che è goloso della marmellata! 🌹
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  • Buon 25 aprile! 🌞
Oggi, altra giornata in cui saremmo tutti in giro, io resto a casa ma faccio come se fossi sui prati.
Tovaglietta colorata, giardino e menù ligure con sgabei e tapenade. 
Gli sgabei sono delle focaccette allungate di pasta di pane fritte nell’olio: gonfiano esageratamente, diventano vuote all’interno e si mangiano così o con i salumi. C’è una versione meno conosciuta che ho trovato su due libri di cucina, ed è la mia preferita, decorata con una foglia di salvia. 
Li accompagno con la Tapenade, che è una salsa provenzale piuttosto recente, del 1880, ma che io ho "ligurizzato" con le olive taggiasche: è velocissima da preparare ed è senza cottura. 
Dove vorrei essere oggi? Non ho dubbi: sul Monte Antola. ❤️ A cavallo tra tre province, è un monte che ho frequentato da bambina ed è per me il simbolo della libertà. 🦋
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💚Le foto del Monte Antola sono state scattate il 24 giugno 2019.💚
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  • Buone Feste! 💚
Le nostre abitudini sono cambiate. A parte l’isolamento in cui siamo confinati, e che per le persone sole è sicuramente uno dei fattori più pesanti da sopportare, non possiamo andare in giro e oggi è una di quelle volte! 
Io ho deciso di fare in casa quello che avrei fatto fuori, al mare o sui prati! 🌊🏔️Sicuramente saremmo andati a fare qualche escursione, che non faremo, preferibilmente in un luogo non troppo frequentato, con un panino da mangiare in qualche punto panoramico! La foto successiva è di Punta Manara scattata il 21 gennaio 2017, frequentatissima ma è dove vorrei essere adesso 💙
E allora vado di 🌽Revzora, da mangiare con la testa in cassetta, secondo la sua tipicità ma che, non avendola trovata nella spesa settimanale, accompagnerò con il salame. Se sarà più caldo, oggi è più nuvoloso, mangeremo ovviamente in giardino altrimenti in casa, in mood pic nic!
⏯️Trovi la ricetta della revzora, una focaccia ligure tipica di Campoligure in Valle Stura, con alcune curiosità nel link in bio e nelle igstories! 
Buona Pasquetta dove #iorestoacasa! 💕
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  • Buona domenica! 🌞
Ho perso il conto dei giorni che #iorestoacasa: sinceramente pesano un po’ ma non c’è un’altra opzione…se ne esce solo così. E’ anche vero che persone come me non si possono certo lamentare: pensiamo a chi sta male, a chi lavora sul campo e a tutti i morti. Quindi stiamo in casa e manteniamo il nostro equilibrio! ❣️❣️❣️
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È un formaggio amato da tutti e ingrediente base di uno tra i dolci preferiti non solo dagli italiani, il tiramisù. 
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⏩Trovi la ricetta della crema cappuccina con il link al mascarpone homemade nel link in bio e nelle igstories!
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Io, tra le varie cose, cucino dedicandomi anche a ricette che ho tralasciato negli ultimi anni, come fare il formaggio, che è una tra le autoproduzioni che preferisco in assoluto.  L’essere in casa tutto il giorno non mi richiede una particolare organizzazione e quindi il periodo è ideale per tutti noi! Senza pretendere di diventare casari, si ottiene un ottimo prodotto senza particolari tecniche e difficoltà. Vi propongo una ricetta con lo stracchino fatto in casa, che riesce benissimo e con un buon gusto di latte! 🐄 Morbido e cremoso, si può utilizzare anche per friggere delle focaccine ripiene, in pieno #comfortfood! 
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Buona domenica e buon 8 marzo! 
Mi ero immaginata un post diverso, con una ricetta preparata per oggi, ma il coronavirus cambia il sentire di tutti e le nostre priorità! 
Ho deciso allora di inserire come prima immagine una delle tante che caratterizzano la mia Regione, la Liguria. Ho scelto volutamente una foto non caratteristica, ma generica, perché è il momento per tutti noi di essere responsabili. Dobbiamo prendere coscienza della gravità della situazione, essere coesi e mettere in atto tutti i provvedimenti che ci consigliano o che sono obbligatori. 
Non mi piace giudicare, ma ho visto troppi comportamenti irresponsabili ed egoistici in tutta la nazione. Siamo tutti tenuti ad adottare le misure di prevenzione e di contenimento del coronavirus per noi stessi, per i nostri cari e per gli altri, chiunque sia: in pratica per la società di cui siamo e facciamo parte.
Restiamo quindi a casa, limitiamo al massimo i contatti sociali e gli spostamenti, nel rispetto delle regole impartite da governo e autorità competenti.
▶ Se poi volete preparare la Coppa mimosa, dolce deputato alla giornata di oggi, trovate il link in bio e nelle igstories!
Restiamo uniti: ce la faremo! 💙

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  • ᴍᴀᴄᴄʜᴇʀᴏɴɪ ɢᴇɴᴏᴠᴇsɪ ᴇ ɪʟ ᴍᴏɴᴏʟᴏɢᴏ sᴇɴᴢᴀ ᴘᴀʀᴏʟᴇ!
Si può scrivere un monologo senza parole? Luigi Arnaldo Vassallo vulgo Gandolin, illustre genovese vissuto a cavallo dell’800 e ‘900 lo ha fatto. In questo monologo, che racconta le disavventure  di un distinto signore durante un pranzo in trattoria, si parla dei maccheroni genovesi, una pasta antica della quale si ha la prima traccia scritta del 1279!
📝Un’antica ricetta genovese prevede questa pasta, tradizionale in brodo a Natale, al sugo e al forno: i maccheroni arrosto e questa è la mia ricetta per Carnevale!
Tra le foto, vedi anche il mio hashtagGenova, ovviamente in Genoa food! 😂
▶ Link alla ricetta in bio e nelle igstories!
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