L’anello che, sulla Strada Napoleonica, porta da Finalborgo a Verezzi è un sentiero adatto a tutti e percorribile tutto l’anno, anche durante i mesi più caldi perché passa attraverso la macchia mediterranea.
L’itinerario parte da Finalborgo e, nella prima parte, sale dolcemente lungo la Strada Napoleonica per arrivare a Verezzi. Nell’antico borgo, arrivati alla chiesa di San Martino che domina il golfo sottostante, si devia in pochi minuti fino al Mulino Fenicio e all’antica Croce in pietra.
Al ritorno, si scende tramite un sentiero piuttosto ripido per fare ritorno a Finalborgo.
PERCORSO STRADA NAPOLEONICA,
ANELLO DA FINALBORGO A VEREZZI.
Partenza.
La strada Napoleonica parte dalla Strada Provinciale 490 che costeggia il torrente Pora, subito dopo il ponte in prossimità di Porta Testa, a Finalborgo. La Porta, che è rivolta a occidente, è in stile tardogotico, costruita il 10 giugno 1452 e ha dipinto lo stemma di Giovanni I del Carretto.
Occorre fare attenzione nel percorrere il breve tratto di strada carrabile perché è molto trafficata ma priva di marciapiede.
La Strada Napoleonica della Caprazoppa inizia dall’altro lato della strada ed è un sentiero largo, in salita ma con una pendenza non eccessiva.
Ovviamente, come sempre, una striscia di focaccia in questo caso finalese per corroborare il fisico o, meglio, le gambe! :D
Chiesa Regina Pacis.
Subito dopo poche centinaia di metri, si giunge a uno spiazzo dove spicca una chiesa colorata di un azzurro acceso e bianco costruita ad opera dei Padri Scolopi agli inizi del secolo scorso.
Si intravvede l’interno della Chiesa Regina Pacis tramite una grata alla finestra.
Da qui si domina la valle con Finalborgo sottostante.
Verso la cava.
Il sentiero prosegue in direzione del mare, superando un muraglione alto e, con una splendida vista su Finale e la sua costa, in prossimità di un tornante, si raggiunge il primo cancello della cava di pietra, ma, essendo chiuso, proseguiamo la nostra strada.
Deviazione verso la cava di pietra di Verezzi e la Torretta Colombera.
Poco più avanti troviamo il secondo cancello che ha un passaggio pedonale aperto e ci immettiamo per inoltrarci nella cava dove scopriamo le prime orchidee selvatiche fiorite e moltissimi cespugli di cisto! Avanzando arriviamo di fronte al mare con una bella vista a levante e scorgiamo in basso la Torretta d’avvistamento Colombera che fungeva da controllo del territorio e del mare.
Torniamo indietro per riprendere la strada napoleonica che abbiamo lasciato e proseguire quindi per Verezzi..
Verso la chiesa di San Martino.
Proseguiamo la salita per arrivare a uno spiazzo con un incrocio dove, a sinistra, notiamo un sentiero sbarrato da un cancello chiuso e noi proseguiamo per la solita strada che si addentra in una zona boschiva e di macchia mediterranea più fitta.
Pietra di Finale.
Si tratta di una pietra calcarea, detritica, con una grande quantità di fossili come , coralli, alghe, gusci di conchiglie e pesci, anche grandi, come il Carcharodon, squalo ormai estinto eccetto una specie. si è formata tra i 28 e 11 milioni di anni fa.
Sbocchiamo in un piano dove incontriamo le pale di due sentieri, quello Natura e quello Geologico. Si percorre l’ultimo breve tratto di salita per giungere alla chiesa di San Martino.
Chiesa di San Martino di Verezzi.
Eretta nel 1625 su una chiesa più antica, Ca’ di Fratti, casa dei Frati, costruita dai monaci benedettini. La chiesa è dedicata a San Martino di Tours, patrono di Verezzi. Il pulpito è costituito dalla pietra di Verezzi. A fianco il santuario di Maria Regina Mundi, già Oratorio di Santa Maria Maddalena.
Pietra di Verezzi.
Chiamata anche Marmo rosa di Verezzi o Pietra Lara, si tratta di una pietra calcarea ricca di fossili ed è una variante della Pietra di Finale. Le sue caratteristiche sono una particolare durezza, molto resistente e compatta, dal colore giallo rosato.
Mulino Fenicio.
Dietro le due chiese, costeggiando il Cimitero, si imbocca un sentiero in leggera salita che conduce al Mulino Fenicio e il cui nome deriva dal sistema di funzionamento a pala interna.
Ne sono presenti solo tre in Europa e quello di Verezzi è il meglio conservato!
Croce dei Santi.
Proseguiamo per una trentina di metri giungendo a uno spiazzo dove domina sulle borgate di Verezzi l’antica Croce in Pietra. Alta 3,50 metri, è scolpita in pietra di Verezzi e collocata dai Frati Cappuccini nel 1664 in un percorso legato ai pellegrinaggi mariani.
La vista è spettacolare: da questo sperone di roccia (occorre porre attenzione con i bambini) si spazia con lo sguardo sul tutto il golfo e l’Isola Gallinara.
Si può pranzare seduti sulle pietre o sulle comode panche con tavolo in legno in uno spiazzo perfetto come are picnic.
Torre di Bastia.
Dall’Antica Croce imbocchiamo il Sentiero Geologico passando per il Dolmen megalitico. Proseguiamo per la strada sterrata dove, nei pressi di un terreno recintato, si sale un sentiero che conduce alla Torre di Bastia.
Costruita agli inizi del XIII secolo a opera di Enrico II del Carretto con funzioni di avvistamento sul territorio. Di epoca successiva il pozzo nei pressi.
PERCORSO STRADA NAPOLEONICA,
IL RITORNO.
Ritorniamo alla chiesa di San Martino e imbocchiamo il sentiero in discesa a fianco del Cimitero per ridiscendere al grande pianoro trovato all’andata e imboccare la via del ritorno.
Si costeggia il piano senza attraversarlo e si percorre un sentiero che da falsopiano diventa poi nettamente ripido e scosceso. Per questo occorre fare attenzione con i bambini accompagnandoli in alcuni tratti per mano.
Questo sentiero, chiamato la Strada dell’Orera, era la strada percorsa dagli abitanti di Verezzi per giungere a Finalborgo. Il percorso infatti, soprattutto nei tratti iniziali, è costeggiato da muretti a secco ancora ben conservati.
Lungo la discesa, in una lieve curva, si incontra sulla sinistra la bacheca della Madonna Addolorata con una targa in latino che, tradotta, significa:
Tutti voi che siete per la via (fermatevi) e guardate se esiste un dolore pari al mio!
Il sentiero diventa scosceso fino a immettersi nella strada Napoleonica intrapresa all’inizio, quasi sulla S.P.490 da cui si ritorna a Porta Testa.
MTB, il percorso.
Non vado in MTB e, quindi, non sono certo in grado di fornire indicazioni.
Posso però affermare che tutto il percorso è costellato di cartelli per chi utilizza la MTB.
Finale Ligure è capitale dell’outdoor in genere e su questo sito potete trovare tutte le indicazioni per il percorso che ho descritto.
Note al Percorso della Strada Napoleonica e dell’Orera.
Vegetazione.
La fioritura varia ovviamente a seconda della stagione e infatti a febbraio, periodo in cui siamo andati, abbiamo incontrato molte orchidee in fiore. Altre specie che costellano sia la Strada Napoleonica che il sentiero di ritorno sono quelle tipiche della macchia mediterranea. Ecco allora corbezzoli, cisti, euphorbiae, lecci, pini ma anche ginepri, asparagi selvatici, pungitopo e così via!
Non l’abbiamo vista, ma è tipica della zona la Campanula Isophylla dal colore azzurro.
Bambini.
La strada Napoleonica è indicata per tutti mentre il sentiero di ritorno presenta qualche difficoltà, soprattutto nel casi di bimbi piccoli, come si vede dalle foto.
Segnaletica.
Tutto l’anello da Finalborgo a Verezzi e ritorno è ben segnalato e si possono seguire i seguenti simboli:
- Strada Napoleonica: rombo vuoto rosso;
- Sentiero di ritorno dell’Orera: tre pallini rossi pieni;