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Racconta il tuo formaggio del cuore e visita di Gemona

by Francesca Vassallo
8 Novembre 2018
in Diario, Girovagando, Non solo @lamaggioranapersa
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Racconta il tuo formaggio del cuore è un concorso a cui ho partecipato con entusiasmo e vinto con il racconto di un formaggio del genovesato, U Cabanin, a cui ho correlato una ricetta che lo vede protagonista, i Corzetti stampati al pesto di U Cabanin nel 2017.

Racconta il tuo formaggio del cuore

Racconto in prossimità della nomina dei nuovi vincitori la mia bella esperienza dell’anno scorso: quest’anno la manifestazione si svolgerà dal 9 all’11 novembre a Gemona.

Il contest è organizzato ogni anno da l’Ecomuseo delle Acque e la Condotta Slow Food della Carnia “Gianni Cosetti”, con la collaborazione del periodico cartaceo e online QB Quantobasta, mensile di gusto, buongusto ed enogastronomia che vi consiglio di seguire per le ricette e notizie sempre interassanti e gli articoli di qualità.
La premiazione è avvenuta presso il Laboratorio Didattico sul Terremoto.

Il Laboratorio è allestito dall’Ecomuseo delle Acque con il contributo del comune di Gemona e con il supporto scientifico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma.
All’interno vi è un percorso espositivo sulla struttura della Terra, la sua geologia e lo studio e le misure preventive possibili degli eventi sismici. Tutto ciò è integrato da postazioni interattive per la simulazione dei terremoti, al fine di individuare le dinamiche che li scatenano.

Racconta il tuo formaggio del cuore formaggi a latte crudo

Ho ricevuto in premio per racconta il tuo formaggio del cuore una forma di formaggio “Caselet” della Latteria Turnaria della Val Pejo: cosa dire? Non è buona, di più…molto di più!!! Ho ricevuto anche delle pubblicazioni e una Mappa del Friuli della Chiesa di Santa Maria Maddalena: difficile descriverla con aggettivi, ne sono fierissima.

 

Articoli Suggeriti

U Cabanin, ritorno al passato

Corzetti stampati, un quadro sulla tavola del levante ligure

Corzetti al pesto di U Cabanin

Pesto genovese

 

Per poter partecipare al concorso Racconta il tuo formaggio del cuore, food blogger, food writer e appassionati di formaggio devono inviare un articolo all’ Ecomuseo delle Acque, con un numero precisato di caratteri, in cui raccontare un formaggio che si ha nel cuore, che ci emoziona o che ci rappresenta. Deve essere a latte crudo, quindi non pastorizzato e deve essere una tipicità, una nicchia, in quanto lo scopo è di porre in risalto le piccole realtà del territorio. Va presentata una ricetta inedita, che può essere anche una rivisitazione di un classico della tradizione.

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona 2
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona caldarroste

Ci sono progetti che subito ci avvolgono e ci calzano come una seconda pelle, che sentiamo propri: così è stato per me il concorso Racconta il tuo formaggio del cuore! Legata come sono al mio territorio, poter parlare di Liguria e in più del genovesato è stato per me il massimo! Io ho scelto U Cabanin, dove “u” è “il” in genovese, perchè è un formaggio preparato al 100% con latte di vacca Cabannina: l’unica razza autoctona della Liguria, presidio slow food e con antico lignaggio! Per la ricetta invece ho scelto una pasta tipica del levante genovese e della Val di Vara, i Corzetti stampati del levante ligure, molto antica e decorativa. Come condimento ho scelto di preparare la nostra salsa tipica, il pesto, con U Cabanin, anzichè il formaggio grana e il fiore sardo, come da tradizione.

Racconta il tuo formaggio del cuore fa parte di una manifestazione che ogni anno si svolge nel secondo weekend di novembre: Gemona, formaggio…e dintorni, nel centro storico della bella cittadina, dove viene valorizzata la produzione lattiero-casearia del gemonese, con particolare riguardo alle latterie turnarie, ma anche alle altre tipicità dell’Italia, della Slovenia e dell’Austria.

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona

L’Associazione Allevatori del Friuli Venezia Giulia ha portato anche una selezione di razze di mucche da latte: oltre alla nota Frisona, erano presenti la inglese Jersey, la salisburghese Pinzgau, la Pustertaler della Val Pusteria, la Bruna, la altoatesina Grigia Alpina e la Pezzata Rossa, molto presente in Friuli. Sempre l’associazione degli allevatori ha organizzato una dimostrazione del maestro casaro, Luigino Zoratti, che ci ha mostrato la lavorazione del Montasio, formaggio tipico del Friuli, con il quale sono state cucinate gustose ricette durante gli showcooking!

E’ stato un evento interessante e formativo, soprattutto per me che provengo da una regione che non ha una grande tradizione zootecnica e ha piccole produzioni casearie. All’ Ecomuseo delle Acque, la gentilissima Etelca Ridolfi, referente Slow Food di Gemona, mi ha spiegato la bella realtà delle latterie turnarie. Antesignane delle latterie sociali, a differenza di queste ultime il latte non viene comprato dagli allevatori locali, ma messo a disposizione e lavorato per i soci allevatori che poi otterranno formaggio in base al credito di latte che possono vantare.

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona festa
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona festa

E’ una festa che si svolge e si snoda nelle vie del centro storico, tra musica, bancarelle, prodotti tipici, concerti, enogastronomia e vino: anche io, che non bevo quasi nulla, mi sono scaldata con il vin brulé e con un buon Tocai, in un gioioso brindisi di commiato con gli organizzatori del concorso…ancora qualche giorno e…! :D La seconda domenica coincide con la Festa del Ringraziamento degli Agricoltori.
Ho avuto modo di assaggiare e gustare i Cjapiei di San Marc, i cappelli di San Marco e il notissimo Frico, di cui pubblicherò la ricetta.

E’ stata una bella manifestazione, di quelle che scaldano il cuore, dove ho incontrato persone squisite che spero di incontrare ancora!
Grazie: è stato un onore! Partecipate anche voi il prossimo anno a Racconta il tuo formaggio del cuore!

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona

Gemona

Gemona è un simbolo per tutti noi, ma non solo: è un faro, da genovese direi meglio una Lanterna, che ci fa sperare e ci guida.
Ci fa credere che un altro modo di “fare” c’è, che non esiste solo la sabbia mobile dell’immobilismo che pervade l’Italia, con tutto quello che si trascina dietro. Non voglio volutamente usare termini negativi o descrivere le assurdità di tante situazioni che vediamo quotidianamente, a cominciare dalle zone terremotate: Gemona mi ha dato la certezza che tutti ci possiamo riuscire…fare nostra la tenacia, la forza, la determinazione che contraddistingue questo grande popolo, gemonese e friulano, e che c’è in tutti noi. Riprendendo queste righe dopo i fatti di ponte Morandi a Genova, non posso che sperare che i miei pensieri di allora si possano tramutare in realtà…

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona

Gemona ha un bellissimo centro storico. Purtroppo non ho potuto visitarla con cura, il tempo è stato breve  e mi sono persa i dintorni (e anche molto della città, se è per quello!): una lacuna da colmare…e non solo per Gemona! Parlare di Gemona è parlare di terremoto: la catastrofe del 6 maggio 1976 è ben presente nella vita dei gemonesi e il richiamo è costante, in vari pannelli che illustrano i danni avvenuti… appunto, solo nei pannelli. Pannelli che sono affiancati da altri pannelli che testimoniano  come è stato ricostruito, e bene.

La citta è stata fin dall’epoca preistorica una delle principali mete obbligate per il passaggio dall’Adriatico alle Alpi nord-orientali. I celti si insediarono intorno al 500 a.C. nell’attuale borgata di Godo, dove troviamo la  Fontana di Silans, presente già ai tempi dei Romani, come dimostra la  carta geografica risalente al III-IV secolo d.C. “Tabula Peutingeriana”.

La prima traccia scritta della sua esistenza la offre Paolo Diacono, (Cividale del Friuli, 720 – Montecassino, 799), un monaco che nella sua Historia Langobardorum, opera suddivisa in sei libri, in cui scrive che nel 611 Gemona era un castello inespugnabile.
Diventata libero comune nel XII, ebbe una forte espansione dei traffici commerciali nel XIII e XIV secolo, sotto il Patriarcato di Aquileia. Proprio in questo periodo fu istituito il Niederlech, lo scarico, con cui si obbligavano i mercanti di passaggio a trascorrere una notte in città, depositando le merci e pagando un dazio.

Nel 1420 fu conquistata dalla Repubblica di Venezia e iniziò il declino della fiorente cittadina, a causa della diminuzione dei traffici commerciali. Dal secondo dopoguerra è ritornata fiorente, grazie alla ripresa di attività industriali e commerciali.

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona Castello

Gemona, il cui centro storico è a 272 m.s.l.m., è dominata dal Castello che è attualmente in ristrutturazione: i secoli e il terremoto hanno inferto un colpo durissimo a questa fortezza. Con il tempo, ha subito moltissime trasformazioni che lo hanno visto dimora nobiliare, roccaforte, prigione e, addirittura, con l’avvento del dominio veneziano (1420), adoperato come cava di pietra per la costruzione di altre strutture: nel Quattrocento e nel 1522, rispettivamente per la ricostruzione e la sopraelevazione di un piano dell’antico ospitale di S. Michele; nel 1503, per la costruzione dell’attuale palazzo Comunale; nel 1825, per il rifacimento della struttura muraria della facciata principale. Dal colle del Castello si gode di una vista panoramica della valle sottostante.

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona panorama
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona panorama

Salendo dalla parte bassa per giungere al centro storico, si incontra la Chiesa di San Rocco, in Piazzetta del Ponte. chiesa -san RoccoLa sua costruzione, avvenuta tra il 1499 e il 1521, fu su commissione della Magnifica Comunità di Gemona per ingraziarsi San Rocco, protettore  contro la peste.
Il portale barocco risale al 1617 mentre all’interno è dipinto sul soffitto un affresco che raffigura il Giudizio Universale dell’artista gemonese Bruno Tuti, (1982).

Proseguendo, si giunge in Piazza del Municipio dove domina il Palazzo Comunale, detto Palazzo Botòn, dallo pseudonimo dell’architetto Bartolomeo de Caprileis. Fu costruito nei primissimi anni del 1500 con le pietre del Castello; gravemente danneggiato nel 1976, è stato ricostruito utilizzando le parti originali. E’ un bel palazzo rinascimentale che, nel corso dei secoli, ha subito diverse trasformazioni. E’ caratterizzato da tre ampie arcate con capitelli decorati da anelli incatenati. Sotto una delle finestre sono presenti gli stemmi dei nobili Franceschinis, De Brunis e l’emblema della città.

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona

Dalla piazza diparte una delle vie più caratteristiche di Gemona e fulcro dell’antico centro medievale, Via Bini. E’ costellata di bei palazzi, tra i quali Casa D’Aronco, con i suoi bei terrazzini neogotici, Palazzo Elti, oggi sede del Museo civico e della Pinacoteca, e Palazzo Antonelli, dalla facciata in cotto e affreschi trecenteschi. Alla fine della via si giunge direttamente nella Piazza del Duomo, dove impera il duomo dedicato a Santa Maria Assunta.

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona Duomo
Racconta il tuo formaggio del cuore Duomo
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona Duomo

Eretto alla fine del XIII secolo sulla preesistente chiesa di Santa Maria Pieve (1190), diventata poi Pieve di Santa Maria Assunta (2017), presenta accostati degli elementi romanici e gotici. Il portale romanico, con elementi fitomorfici (a carattere vegetale, come foglie, grappoli, ecc.), è decorato con una lunetta che rappresenta il Giudizio Finale, con Cristo Giudice al centro, la Madonna e San Giovanni Battista ai lati e nella parte inferiore sei risorti.

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona Duomo
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona Duomo

Sul lato destro impera la statua di San Cristoforo, protettore dei viandanti, alta sette metri e composta da sei blocchi di pietra arenaria. Raffigura il Santo con in braccio Gesù Bambino e ai piedi i bassorilievi di una sirena e un granchio, che simboleggiano le acque del fiume.
Più in alto si nota la galleria dell’Epifania con nove nicchie dove al centro vi è la Madonna con il bambino; sotto è presente una fascia con raffigurati i dodici Apostoli, mentre sopra si nota lo stemma della Magnifica Comunità di Gemona.
Elemento di spicco della facciata è lo splendido rosone centrale del veneziano Maestro Buceta,1334-1336, con archi intrecciati racchiusi in un motivo decorato con viti. Sopra il rosone è incisa la scritta del nome del duomo:

Assumpta est Maria.

L’interno è in stile gotico, a tre navate, con le colonne del 1461 leggermente inclinate dal terremoto. In fondo alla navata destra, è presente un’ancona (tavola, pala) lignea dorata del 1931 deteriorata dal fuoco; autore è Andrea Moranzone, probabilmente nato a Venezia e di cui si hanno pochissime notizie.
E’ un bassorilievo disposto in 4 piani raffiguranti trentatré episodi dell’Antico e Nuovo Testamento, dalla Creazione al Giudizio Universale. Sempre a destra, la prima Cappella ospita un Crocefisso quattrocentesco mutilato dal terremoto. Nella seconda cappella, l’ Addolorata, si trova la Pietà, una statua dipinta del primo Quattrocento. Nella terza cappella si può ammirare il Battistero, ricavato da un’ara funeraria romana del I-II secolo a.C. con un bassorilievo dove si nota un delfino cavalcato da una figura alata che rappresenta il “passaggio dell’anima alle isole dei beati”.

All’interno si trovano molteplici dipinti della scuola friulana XVI e XVII secolo.
In corrispondenza della prima colonna della navata sinistra, spicca una campana che fu fusa nel 1423 sul sagrato del duomo e su cui sono incisi i versi della prima terzina dell’ultimo canto del paradiso di Dante

Virgine madre figlia del tuo figlio! Humile e alta più che creatura! Termene fixo delo alto eterno conseglo (MCCCCXXIII).

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona campana Duomo

Adiacente al duomo, è stato ricostruito interamente, con le pietre originarie, il campanile alto cinquanta metri. L’opera è stata edificata tra il 1341 e il 1369 da Nicolò e Domenico Giglio.

Percorrendo la parte opposta di Via Bini, si passa dalla sede dell’Ex Banca Popolare Antonveneta dell’architetto Luciano Gemin, su idea di Carlo Scarpa (1906-1978). Proseguendo si nota una bella fontana formata da un complesso di vasche e fontanelle digradanti per giungere alla Chiesa della Beata Vergine delle Grazie o “Chiesa della Madonna”.

Eretta nel ‘500, è stata distrutta dal terremoto e ristrutturata a parco lapideo. Si sale sulla monumentale scalinata per entrare attraverso il bel portale di pietra originale. La chiesa, che misurava dieci metri per trenta, è totalmente distrutta; edificata vicino al convento dei Francescani dell’Osservanza, fu consacrata nel 1498.

Vi ho incuriosito? Cogliete l’occasione e partecipate al bel concorso in cui potrete raccontare e far conoscere un formaggio poco noto e che potrebbe essere sulla strada dell’estinzione e, nell’occasione, visitare una bellissima città esempio per l’italia e per il mondo!

In calce voglio mandare un saluto in cielo a Daniele Bertossi che ho conosciuto in questa manifestazione: persona amante della sua terra e delle montagne, che riposi in pace.

Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona Chiesa dellaMadonna
Racconta il tuo formaggio del cuore Gemona Chiesa della madonna
Tags: concorsoformaggiogemonaliguriaU Cabanin
Francesca Vassallo

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