La Chiesa di San Martino di Lignera è una delle piccole perle che costellano la nostra nazione!
Fuori dai circuiti del turismo classico, si capita qui spesso per caso o, come per me la scorsa estate, in una visita guidata a Saliceto, nella provincia cuneese quasi al confine con quella di Savona!
La meta principale era stata la chiesa di San Lorenzo, ricca di simboli e misteri e dove poi sono ritornata e ho partecipato a questo interessante percorso.
San Martino di Lignera è una piccola frazione di Saliceto, lungo la S.P. 439, che percorre l’Alta Val Bormida mettendo in collegamento la provincia cuneese con le coste liguri.
San Martino di Lignera.
I Saraceni distrussero i borghi di Saliceto e gli abitanti si trasferirono a Lignera, dove venne edificata la piccola chiesa nell’XI secolo e che fu parrocchiale fino al 1550 circa.
Vi si insediarono i frati Agostiniani di Ferrania, in provincia di Savona e, inizialmente era priva di campanile: la raccolta per la messa avveniva con il suono del corno.
Costruita in pietra arenaria, non lasciava trapelare l’umidità all’interno e questo ha permesso una perfetta conservazione degli affreschi interni!
Di forma quadrangolare, fu ampliata nel 1600 con modifiche anche del tetto. È monumento nazionale ed è circondata da un bello spiazzo erboso dove si avverte un forte profumo di menta che nasce spontanea.
Il campanile.
Costruito poco tempo dopo la chiesa sul suo lato destro a cui è legato con un contrafforte, ha forma quadrata. Presenta monofore e bifore che hanno la particolarità di essere costruite in un unico blocco e che lo rendono unico in Langa!
Pende, non pende.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale manifestò seri problemi di stabilità per la sua pendenza. Negli anni ’50, un muratore del posto smontò e numerò ogni blocco di pietra per poi ricostruirlo esattamente come era…o forse no!
Si narra che, mentre ammirava il suo lavoro, si accorse che una pietra era nel posto sbagliato! Vero o meno, ciò non toglie che abbia fatto un lavoro mirabile!
L’interno.
La guida ci precede per accendere la luce e, una volta entrati, il colpo d’occhio è veramente notevole!
Infatti, ci dice che questa chiesa è:
un piccolo tesoro in mezzo quasi al nulla!
Gli affreschi sono presenti nel presbiterio e nell’abside, mentre la navata è intonacata, anche se è facile supporre che anche questa parte fosse affrescata! Nei secoli era adibita a granaio o anche a lazzaretto.
I colori degli affreschi sono vivissimi, un tripudio di rossi, gialli e arancioni! Il blu era un pigmento molto costoso, ricavato dal lapislazzuli, e generalmente riservato alle vesti di Maria!
Non si conosce il nome dei pittori e si pensa che probabilmente siano stati pellegrini e persone di passaggio e ospitate! Si riconoscono due mani, quelle dei maestri e quelle degli allievi, a seconda delle figure delineate.
Intorno agli anni duemila è stata oggetto di due restauri conservativi.
Come per San Lorenzo, vi sono dei simbolismi ma, come ci spiega la guida, spesso si interpreta quello che si vuole vedere!
Risalta ad esempio la figura di San Bartolomeo, l’unico con tra le mani un vangelo aperto, a differenza degli altri Santi che lo hanno chiuso. San Bartolomeo è autore di un vangelo apocrifo, ovvero non riconosciuto dalla chiesa!
San Martino.
Nato nel 316 nell’odierna Ungheria da padre militare, ebbe il suo nome in onore di Marte, il dio della guerra e si arruolò anche lui. Muore nel 397 e la sua ricorrenza si celebra l’11 novembre, giorno dei suoi funerali.
La sua conversione e miracoli sono raffigurate nella chiesa, con alcune particolarità e risalti!
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Il taglio del mantello.
Episodio più famoso della sua vita, si narra che, mentre era di ronda, vide un mendicante infreddolito e sofferente. Impietosito, tagliò il suo mantello in due con la spada donandone la metà al poveruomo!
Nella notte Martino sogna Gesù che lo indica agli angeli come il soldato romano non battezzato che lo ha rivestito e, al mattino, il suo mantello è di nuovo integro!
Questo episodio lo segna a tal punto per cui Martino si converte e dedica la sua vita al bene e alla lotta all’eresia!
Curiosità.
Il mantello corto era definito nel medioevo cappella: dal termine i conservatori del mantello del Santo si chiamavano cappellani e per estensione si ha cappella e derivati!
San Martino e la sua vita.
Negli affreschi sono raffigurate scene in cui Martino fa i miracoli, intercede presso Dio per aiutare le persone.
Era un esorcista e lotta anche contro l’eresia e il paganesimo! In un affresco si vede che mentre Martino recita la parola di Dio, vi sono due figure: una di un devoto, la parte buona, e l’altra bruttina che distrae le persone per disperdere la “parola”!
In un altro si vede la lotta contro il paganesimo e, a terra, l’erba insanguinata!
I cavalli che ridono.
Una particolarità della chiesa sono i cavalli ridenti, anche nelle scene più crude come quella della lotta contro i pagani!
Le figure negli affreschi di San Martino di Lignera.
Lo stemma dei signori Del Carretto.
L’Annunciazione.