Le Melanzane ripiene di nonna Adele sono una ricetta che ripeto almeno una volta all’anno, il 29 agosto, festa della Madonna della Guardia.
In quei giorni torno con la mente ai racconti che ascoltavo bambina da mia mamma, con aria imbambolata, di quel mondo così lontano…era l’evento dell’anno e veniva organizzato con cura!
Parlo degli anni ’30 e ’40, quando la vita era scandita da duro lavoro, fede e povertà. I miei nonni non nuotavano nell’oro: nonno Filippo unico a lavorare, quattro figli, bisnonni e prozia per buona parte a carico.
La fortuna di abitare in campagna, a Fontanegli, permetteva loro di curare l’orto, di seccare le castagne e di allevare qualche animale da cortile: tutto sommato non andava male!
La festa della Madonna della Guardia, la vacanza dell’anno!
Dal 20 agosto, inizio della novena, pregavano il rosario al Santuario della Madonna della Guardia di Bavari, paese vicino, oggetto anche oggi di grande partecipazione.
Prima della partenza per il monte Figogna, dove è situato il Santuario con la Cappelletta dell’Apparizione, che era fissata per l’antivigilia, fervevano i preparativi per il soggiorno.
Pane e focacce venivano portate al fornaio del paese per la cottura, i pomodori non mancavano, frutta nemmeno, il dolce per la festa era pronto: la grigliata (torta co-a griglia) con la marmellata di prugne, le arselline: guai ad assaggiarne una briciola prima!
Il 27 partiva la prima carovana: nonna Adele con le 2 figlie, zia Irma e mamma Rita, la bisnonna e la prozia. A piedi fino a Prato e poi con il tram fino a Bolzaneto…era una scelta obbligata, per le bimbe piccole, le più anziane e un viaggio troppo lungo da percorrere a piedi!
Giunte al capolinea, iniziava il percorso in salita, lungo e ripido, che si faceva rigorosamente a piedi, con tanti pellegrini, alcuni anche in ginocchio, recitando il rosario.
La guidovia, inaugurata nel 1929, non era ovviamente presa in considerazione! Non so con quanta devozione soprattutto mamma, più discola, e zia abbiano percorso la mulattiera.
Arrivate in foresteria, le giornate trascorrevano tra preghiere, S. Messe, canti e giri tra le bancarelle con ogni golosità che rimaneva agognata; vicino stazionavano i mansueti cavalli abbigliati a festa, con ponpon colorati e campanellini che suonavano a ogni movimento.
La famiglia si riunisce!
Alle prime ore del 29, quando era ancora buio, per giungere in tempo, partivano il nonno, il bisnonno e i 2 figli maschi, zio Paolo e zio Attilio; rigorosamente a piedi, si congiungevano con la famiglia: era festa!
Innanzitutto la processione: la statua della Madonna con ai piedi il pastore Pareto inginocchiato portata a spalle, i bei Cristi lignei delle varie confraternite genovesi fatti ballare a ogni cambio di portatore (stramüo) e la banda, che si alternava alle preghiere!
Dopo la Messa, il pranzo al sacco: innanzitutto salame e focaccia accompagnato dal vino bianco del nonno, con il leggero gusto di zolfo. Poi arrivava il piatto tipico della Guardia, un po’ come i ravioli a Natale: le melanzane ripiene!
Ovviamente dell’orto e cucinate da nonna Adele quando non c’era il nonno, perchè nel ripieno c’era la mortadella, usata per insaporire il ripieno al posto della carne, che il nonno non voleva venisse adoperata (e adorata dal resto della famiglia) perché “fatta di paciughi”!
Ancora oggi, proseguendo la tradizione, associo il 29 alle melanzane ripiene e rigorosamente con la mortadella!
Dopo il dolce, arrivava il momento tanto atteso da mamma e zii: il giro tra le bancarelle! I nonni compravano gli amaretti (biscotti tondi schiacciati) per i bisnonni e le collane con le nocciole (le reste) per i bambini, da appendere al collo!
La vacanza era finita: tutti insieme scendevano a valle a piedi, tram al ritorno per tutti e salita a casa lungo la mulattiera … in attesa del prossimo anno!
La ricetta
Nonna Adele non seguiva una ricetta né pesava gli ingredienti per preparare le Melanzane ripiene: andava a occhio!
Con mia mamma avevo calcolato i grammi, nel senso che lei metteva la quantità e io pesavo: negli anni mamma e zia hanno sempre cucinato le melanzane così, aggiungendo un po’ di carne macinata, che non ho inserito nella ricetta, ovviamente!
Le melanzane da usare sono quelle genovesi, piccole e tonde.
Ricetta Melanzane ripiene di nonna Adele
Ingredienti
- Melanzane genovesi, un chilo (piccole e tonde)
- Mortadella, 150 grammi
- Formaggio grana grattugiato, 60 grammi
- Uova, 3 o 4
- Funghi porcini secchi, 10 grammi
- Aglio, uno spicchio
- Origano, q.b.
- Pangrattato, q.b.
- Olio di arachide per friggere
Procedimento Melanzane ripiene
Lasciare i fughi secchi in acqua calda per trenta minuti.
Lavare le melanzane, accorciare il picciolo a due centimetri e togliere le spine e le punte dal calice.
Tagliarle a metà, compreso il picciolo, e cuocerle in acqua salata per circa cinque minuti.
Scolarle e metterle in acqua fredda.
Con un cucchiaino o uno scavino, estrarre la polpa cercando di mantenere integro il guscio delle melanzane.
Spremere la polpa per fare uscire l’acqua.
Strizzare i funghi e tritarli con l’aglio e la mortadella.
Sminuzzare la polpa delle melanzane, senza ridurla in poltiglia.
In una terrina, amalgamare gli ingredienti aggiungendo il formaggio grattugiato e l’origano.
Aggiustare di sale.
Unire tre uova intere e, a seconda della consistenza, integrare il quarto o solo il tuorlo.
Consolidare il ripieno con il pangrattato: deve risultare abbastanza compatto per reggere la cottura, ma senza eccessivo pane per non asciugare troppo.
Riempire i gusci di melanzana con il ripieno e passare la parte superiore nel pane grattugiato.
Scaldare l’olio di arachide in una padella ampia e friggere le melanzane, prima dalla parte del ripieno e poi girate.
Asciugare con fogli di carta assorbente.
Nota. Le melanzane ripiene sono più gustose se mangiate tiepide.
Ho rieditato questo articolo che avevo scritto due anni fa: ho preferito unire la ricetta delle melanzane ripiene e non pubblicare due post distinti.
Grazie Laura! Pensa che mia mamma ha continuato a mangiare la mortadella, della quale era ghiotta, con un po’ di senso di colpa! :D
Bellissimo racconto. Mi ha commossa.
Proverò la ricetta con la mortadella (piena di paciughi!)