Il mio incontro con la Pappa al pomodoro è avvenuto a Lucca ed è stato amore a prima vista! Devo dire che è esploso in generale per tutta la cucina toscana, che mi è sempre piaciuta, ma ho sviluppato una vera passione per la pappa al pomodoro e la Ribollita! Un grosso contributo l’ha dato anche il cuoco e gestore di una pensione nella Lucchesia.
La mostra delle camelie.
Avevamo trascorso un week end a Lucca, bellissima città ricca d’arte, per la Mostra delle antiche Camelie a Capannori, una magnifica mostra mercato che si tiene all’inizio della primavera, con la possibilità di visitare ville e giardini storici e acquistare piante.
In quell’occasione avevo scoperto la Camellia Sinensis, con bei fiori bianchi, dalle cui foglie essiccate si ricava il tè. Avevo portato a casa dei semi che avevamo piantato e dai quali erano nate delle piantine, ma avevano avuto vita dura perché la camelia necessita di terreno acido e nel mio giardino non trova un ambiente favorevole.
Ritornando alla Pappa al pomodoro, il gentile ristoratore mi aveva passato la ricetta che trascrivo: allora aveva utilizzato i pomodori pelati, mentre io adopero i pomodori freschi, riservando la ricetta alla stagione estiva…d’inverno preferisco a Zuppa di ceci e la Ribollita, per la gioia di Carlo!
La ricetta.
È una ricetta di origine contadina, che utilizza ingredienti presenti nelle case: il pane, recuperando quello raffermo, i pomodori, l’olio. L’esecuzione è semplicissima; l’unica difficoltà, secondo me, è trovare i pomodori giusti, che devono essere maturi maturi, da spellare anche senza sbollentarli. In Liguria la varietà adatta è il Pursemin.
La Pappa al pomodoro deve la sua notorietà al Giornalino di Gian Burrasca, un diario giornaliero pubblicato sulla Domenica del Corriere, di Luigi Bertelli in arte Vamba. Pubblicato in un libro, narra le avventure di Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca, un bambino molto vivace che, insieme ad altri ragazzini rinchiusi in un collegio, riesce a far cucinare la desiderata Pappa al pomodoro in sostituzione della classica sbobba. La storia divenne un film televisivo nel 1964 e celeberrima la canzone “Viva la pappa col pomodoro“, cantata da Rita Pavone che ne è anche la protagonista, scritta dalla regista Lina Wertmüller e musicata da Nino Rota.
Ricetta Pappa al pomodoro
Ingredienti
- Pane toscano senza sale, 250 grammi (deve essere raffermo di 4 o 5 giorni)
- Pomodori molto maturi, 800 grammi
- Basilico, 5 o 6 foglie
- Aglio, 3 spicchi
- Cipolla, mezza
- Brodo vegetale, circa 1,2 litri
- Olio evo, 12 cucchiai
- Sale
- Pepe
Procedimento
Tagliare il pane a fette e strofinarlo con l’aglio.
Tagliarlo a cubetti e passarlo in forno caldo a 180 gradi per pochi minuti: deve asciugare, non tostare.
Lavare i pomodori. Se sono molto maturi, spellarli direttamente, altrimenti praticare un taglio a croce sul fondo e sbollentarli per pochissimi minuti.
Togliere i semi e tritarli grossolanamente.
Rosolare uno spicchi d’aglio nell’olio senza farlo imbrunire e aggiungere la cipolla e il basilico tritato. Stufare senza fare colorire, aggiungendo all’occorrenza qualche cucchiaio di brodo.
Aggiungere il pane e mescolare per fare assorbire l’olio.
Unire i pomodori tritati e, dopo pochi minuti, coprire con il brodo vegetale.
Salare e pepare.
Proseguire la cottura a fiamma bassissima, mescolando spesso e integrare con altro brodo se asciuga.
Cuocere per quarantacinque minuti circa.
Nota. Mangiare tiepida o fredda. A piacere, fare un giro d’olio a crudo direttamente nei piatti.