Fior di Bugie è una ricetta vegan degli amatissimi dolci di Carnevale…che si chiamino chiacchiere (un po’ in tutta Italia), frappe (Centro Italia), crostole (NordEst), cenci (Toscana) o meraviglie (Sardegna), a Genova e in Liguria, ma anche in Piemonte, sono le bugie, böxie: quello che le differenzia è soprattutto la forma e il liquore usato!
Immancabili nel periodo di Carnevale, sono generalmente dei nastri stretti, a volte annodati, fritti nell’olio e, più recentemente, cotte nel forno!
L’impasto è semplice: farina, eventualmente pochissimo zucchero e poco burro, uova, liquore e, non sempre, scorza di limone grattugiata, il tutto … spolverato di abbondante zucchero a velo!
La mia ricetta si discosta dalla usuale, perché priva di burro e uova, ottenendo un dolce più leggero e, soprattutto per la forma: delle margherite che inneggiano alla primavera!
Devo ringraziare Luca, che ha composto e fotografato l’ immagine di copertina! :)
Ricetta Fior di Bugie vegan
Ingredienti
- Farina 0, 200 grammi
- Zucchero semolato, 10 grammi
- Olio evo, 20 grammi
- Grappa aromatizzata alla frutta, 50 grammi (si può sostituire il liquore con acqua aromatizzata all’arancio)
- Acqua, gr. 35 grammi
- Zucchero a velo per guarnire
Procedimento Fior di Bugie
Preparare velocemente un impasto con tutti gli ingredienti. Formare una palla e riporre in frigo, in un contenitore chiuso, per un’ora.
A mano o con la macchina della pasta, formare una sfoglia sottile: terzultimo o penultimo scatto della macchinetta.
Con lo stampo per i canestrelli o uno stampo a fiore, ritagliare delle margherite e friggere man mano in abbondante olio caldo, fino a doratura.
Reimpastare i ritagli, mantenendoli morbidi.
Spolverizzare i Fior di bugie di zucchero a velo.
Alcune curiosità!
Le origini di questi dolci sono antichissime.
Durante i Saturnali (feste della Roma antica, che si tenevano dal 17 al 23 dicembre, in onore di Saturno, dio romano della semina), che ricordano per il loro svolgimento il Carnevale, venivano preparate le frictilia, dolci a base di farina e uova, fritti nello strutto.
Durante i festeggiamenti, i frictilia erano distribuiti alla folla in abbondanza, nelle strade; le donne romane ne preparavano in gran quantità perchè dovevano durare per tutto il periodo della quaresima.
Tracce orali parlano di questi dolcetti già nel ‘400, mentre scritte le troviamo nel 1100 per i cenci (in toscano brandello, ritaglio). Galani invece deriverebbero dallo spagnolo gala e, secondo Carlo Goldoni, indica fiocco grazioso e frivolo.
Le chiacchiere napoletane sarebbero state ideate da Raffaele Esposito, cuoco della regina Margherita di Savoia (1851-1926), che ideò questo dolce per accontentare la sovrana la quale, in un pomeriggio di chiacchiere, desiderava qualcosa di dolce!
Le frappe derivano invece, dal francese antico, frange, ornamenti.
Originariamente erano fritte nello strutto, passando poi all’olio evo o vegetale, per arrivare anche alla cottura in forno, più salutare.