Il Santuario delle Tre Fontane si trova alle spalle di Genova, tra Creto e Montoggio, lungo una strada che anticamente era via di collegamento e diventata dagli anni ’20 gara motociclistica, come racconto in calce!
Le origini
Sono antecedenti all’anno Mille in quanto era presente un hospitalis dei monaci benedettini a servizio dei viandanti in viaggio tra la Pianura Padana e Genova.
Era una piccola cella monastica che aveva lo scopo di offrire un piccolo sostegno lungo un percorso differente dalla strada odierna. Passava infatti dal valico dell’Alpesisa per scendere nella Val Noci, dove è presente oggi un lago artificiale fino al fondovalle dove è situato l’attuale Santuario.
Una parte del tracciato che attraversa un castagneto è ancora visibile nei pressi di Sanguineto.
Il miracolo delle Tre Fontane.
Siamo agli inizi del 1200 e si racconta che una fanciulla sordomuta ottenne la parola su intercessione della Madonna che le apparve nei pressi dell’hospitalis! Si materializzò anche una statua in legno raffigurante Maria con il Bambino in braccio nell’atto di benedire.
La statua fu trasferita nella chiesa di Montoggio ma, nella notte, ricomparve nel luogo dove era apparsa. La riportarono nuovamente in chiesa, ma il busto ritornò ancora nello stesso posto e uscirono tre rivoli d’acqua che daranno il nome alla località, Tre Fontane.
L’acqua curativa delle Tre Fontane.
Insieme al Santuario, sull’attuale S.P.13 sul lato a monte, costruirono un altare dedicato alla Madonna con una statua che sovrasta le tre fontanelle e che riproduce quella all’interno. In realtà è un unico condotto che si suddivide in tre bocche dalle quali esce l’acqua ritenuta taumaturgica, presumibilmente l’8 settembre.
Il Santuario originario delle Tre Fontane.
La prima traccia scritta è un atto del notaio Lanfranco del 5 novembre 1213 che sancisce la donazione dell’hospitalis per cinque soldi e la successiva donazione in denaro, sempre presso lo stesso notaio, del 12 novembre 2013, in cui il benefattore Giovanni di Calvari lascia all’hospitali sancte Marie de Tribus fontanis.
Nel 1648 la curia Arcivescovile di Genova autorizza una raccolta fondi per il restauro della Cappella e, vent’anni dopo, inizia l’innalzamento di un nuovo edificio.
La costruzione subì un lungo arresto per terminare nel 1780.
Non si conosce l’autore del progetto, ma si suppone sia opera delle maestranze che lavoravano in Valle Scrivia all’epoca.
La chiesa è stata oggetto di un importante restauro ad opera di Angelo Rossi che ha riportato alla luce parti della struttura originaria.
Il Santuario delle Tre Fontane oggi.
Chiesa barocca a tre navate con al centro del presbiterio un altare tardo barocco in cui domina la statua della Madonna. Soprattutto la particolarità del piccione in braccio al bambino fanno pensare a una provenienza nordica del tardo Medioevo.
Di fattura pregiata è l’organo collocato a fine Settecento: si tratta di uno strumento a canne, con diciotto registri e pedaliera dal suono dolce.
Risaltano nelle tre finte cupole gli affreschi di G.B.Traverso che rappresentano la vita del Santuario.
All’esterno risalta il risseau in cui si nota il monogramma di Maria con ai lati due grifi rampanti.
Il Museo degli ex voto e Mazzini.
Sono presenti una cinquantina di ex voto che raffigurano principalmente la vita del posto con dipinte scene di vita rurale e quotidiana.
Ecco allora la caduta dall’albero, il carro che si rovescia, gli ammalati a letto e spesso, sullo sfondo, sono dipinti i panorami della zona.
Moltissime pitture, principalmente a tempera su carta, riportano scritte sgrammaticate.
Spicca tra tutti, per dimensioni e rappresentazione, un ex voto del 1848, in cui un signore vestito in modo elegante di nero è inginocchiato e tiene tra le mani una tavoletta di ringraziamento alla Madonna.
Secondo gli anziani del paese il signore raffigurato è Giuseppe Mazzini e nulla del dipinto chiarisce il dubbio e neanche quale sia stata la grazia ricevuta, ma solo la scritta latina:
Hunc unum petii mirabiliter extraxi in vitute tua. 1848
Questo solo ho chiesto e grazie alla tua benevolenza mirabilmente l’ho ottenuto. 1848
Ho letto su internet alcune ipotesi che riporto:
- un suo diretto ringraziamento per essere sfuggito alla cattura delle guardie sabaude;
- il ringraziamento del sacerdote patriota G.B. Bergamino che ospitò Mazzini in un paese della Valle Scrivia e lo fece a suo nome. Vale la pena ricordare che a Pratolongo di Montoggio nacque il balilla nel ‘700!
- un patriota che, in forma anonima, ringraziò la Vergine a cui era devoto per una grazia ricevuta.
8 settembre: la festa al Santuario delle Tre fontane.
Nel giorno che è dedicato alla natività di Maria, si celebra la festa del Santuario. Come spesso accade, da anni ha perso il suo spirito antico di ritrovo di abitanti dei paesi circostanti per acquistare prodotti artigianali agricoli, oltre ovviamente ai pellegrini!
Anche mio nonno e i miei zii si recavano alla mattina dell’8 settembre per acquistare le scale a pioli e i cesti intrecciati in castagno, che erano le specialità della fiera!
Fornace e frantoi.
Nella zona sono visibili costruzioni di archeologia industriale di proprietà della Cementifera Ligure e poi acquistata da Italcementi nel 1987.
Il complesso nacque sul finire del diciottesimo secolo per la presenza nella zona di rocce calcaree e di una folta boscaglia e si compone di fornaci a ciclo continuo, frantoi e magazzini visibili ancora oggi.
La produzione di calce era utilizzata in modo quasi esclusivo nell’edilizia fino all’introduzione del cemento Portland nella seconda metà dell’Ottocento.
Strada Provinciale 13 e la Doria Creto.
La SP13 mette in collegamento Genova, con inizio dalla Doria e la Val Bisagno con Montoggio e la Valle Scrivia.
Il percorso è molto bello perchè passa da San Siro di Struppa con la mirabile abbazia, sale verso Aggio che è un paese in verticale arroccato sul monte e arriva quindi al colle di Creto per giungere infine a Montoggio attraversando Tre Fontane con il suo santuario.
La particolarità del tracciato fino a Creto, con le sue curve e tornanti, hanno reso questo tratto importante per le gare di moto.
La Doria Creto è nata nel 1927 quando la strada non era ancora asfaltata per diventare, nel giro di pochi anni, un appuntamento importante che richiamava motociclisti da tutta Italia.
Ebbe il suo apice negli anni ’50, per incontrare un declino e poi un ritorno negli anni ’70 con l’egemonia delle moto giapponesi!
Nove chilometri di salita, con il famoso tornate giro del perdono, che si interruppero per riprendere dopo tredici anni per una manifestazione non competitiva nel 2001.