C’è una Liguria, fuori dai classici percorsi turistici, che offe panorami e suggestioni inconsuete: ne è un esempio la Val Gargassa e i suoi canyon lunari.
Zona compresa nel Parco del Beigua, che si estende tra Genova e Savona, offre un percorso ad anello che attraversa molteplici ambienti e panorami.
Partenza dal campo sportivo.
Si lascia la macchina in un parcheggio adiacente un campo sportivo da calcio, a Gargassina, sulla S.P. che da Rossiglione va a Tiglieto, subito dopo la Cappella di S. Bernardo.
Si costeggia l’impianto a sinistra, lungo le tribune, segnavia XX e ci si inoltra in un bosco non fitto, che passa dal castagno alla quercia e, infine, a una pineta.
Proseguendo lungo qualche tratto agevolato da ringhiere di legno e un superamento con catena, si entra in una zona più aspra: ci si trova presto davanti a una parete stratificata.
I ciottoli che formano questa roccia si sono depositati a strati, sovrapponendosi l’uno sull’altro, fino a formare uno spessore complessivo di alcune centinaia di metri.
Il rio Gargassa e i suoi laghetti.
Alla base scorre il rio Gargassa, che forma numerosi laghetti caratterizzati da una sfumatura verde smeraldo.
Avanzando, si entra nella parte dei canyon: le pareti si stringono, formando una forra dove scorre il torrente che forma dei laghetti.
Con una salita protetta da uno steccato di legno, si arriva a “U muru du gattu” ovvero “Il muso del gatto“: ci vuole molta fantasia attualmente…sembra che negli anni ’70, una frana ne abbia alterato la forma! (foto di copertina)
Guadato il torrente (non era chiarissimo il percorso, almeno a noi) si attraversa agevolmente il torrente e si sale incontrando dei vecchi muri a secco.
Attraversato nuovamente il Gargassa, si sale fino a un vastissimo pianoro: ci si stacca un attimo dal sentiero e si attraversa il campo.
Vereira.
Qui si può decidere di salire alla Fonte Sulfurea (noi non siamo andati): si arriva alle case diroccate di Verèira e al nuovo rifugio del Parco Beigua.
Il paese abbandonato reca ancora i segni della passata attività agricola: in questo grande piano, in parte ricavato dall’uomo, sono presenti ancora maestosi alberi da frutto.
Un tempo qui veniva estratta la quarzite usata per la produzione del vetro: tale attività proseguì fino al XV secolo, epoca in cui le attività migrarono verso il fondovalle.
Fatta questa deviazione, si torna indietro al Sentiero Natura che cambia segnalazione, mutando in 3 pallini pieni gialli •••.
Dopo poco inizia la salita: attraversato un fitto bosco, il panorama inizia ad aprirsi con una sempre più ampia visuale dei canyon sottostanti e del “u barcun da scignua“, il balcone della signora“: un caratteristico foro nella roccia poco sotto la cresta.
Secondo la leggenda, sembra che una nobildonna, nel medioevo, si sia lanciata da questa roccia: il marito, crociato, si era innamorato di una donna del posto abbandonandola. Quando il vento soffia attraverso la fessura, sembra di sentire il lamento della povera donna!
Continuando a salire, si arriva in prossimità della Rocca Giana, Rocca Gialla (m. 565): uno splendore!
Il nero lascia spazio ai licheni giallo-arancione, Xanthoria parietina; è anche un ottimo punto panoramico!
Val Gargassa, vista dall’alto.
Sempre prestando attenzione al sentiero (ci sono alcune catena di aiuto), si arriva velocemente al Passo della Rocca dei Corvi e al punto di ritorno: salendo su una rupe vicina, da una parte si abbraccia il paesaggio lunare dei canyon e dall’altra il crinale occidentale costellato di molte cascine.
Noi abbiamo pranzato proprio qui: un’ idea per un picnic può essere l’ Omelette rossoro, giusto per variare il solito panino! :)
Inizia la discesa, si percorrono alcuni tornanti e si arriva al fondovalle. Si prosegue in salita, nel bosco, con il sentiero che diventa sempre più uno sterrato. Proseguendo si incontra un sentiero che devia al Monte Calvo, un pallino giallo.
Percorrendo invece il sentiero in senso opposto si incontrano prima la Cascina Monterosso e poi la Cascina Camilla dove, con pochi tornanti ombreggiati, si arriva nuovamente al parcheggio dall’altro lato.
Legenda dell’anello della Val Gargassa.
Nome. Anello della Val Gargassa.
Luogo. Parco Regionale del Beigua.
Località di partenza. Campo Sportivo di Rossiglione, località Gargassina. Autostrada A26, uscita a Masone, proseguimento per Rossiglione e per Tiglieto.
Dislivello. m. 300 circa, m. 400 proseguendo alla Fonte Sulfurea.
Difficoltà. E con alcuni passaggi più impegnativi.
Segnaletica. XX dal Campo sportivo a Veirera; ••• disposti a triangolo da Vereira al bivio per il Monte Calvo; • fino al campo sportivo.
Periodo indicato. Dalla primavera all’ autunno. Sconsigliato dopo forti piogge.
Precauzioni. Bambini: il percorso presenta alcune difficoltà, come indicato. Animali idem.
Perchè andare. E’ un sentiero spettacolare: geologicamente interessante, molto panoramico, laghetti suggestivi.
Attraversa bei boschi e tratti soleggiati, in un percorso ad anello ben segnalato, con poco dislivello e non particolarmente lungo (km. 7,5 circa).
Sito del Parco Beigua: www.parcobeigua.it