Euroflora 2018 è stato un gradito ritorno per tutti i genovesi. Dopo sette anni di assenza e con una incertezza sui tempi del recupero di questa manifestazione, la più amata dalla città e non solo, finalmente abbiamo festeggiato la
XI edizione. Euroflora è nata nel 1966 e fino alla X edizione è stata organizzata dall’Ente fiera di Genova, fino al 2002 ente pubblico e poi società per azioni. La mostra è sempre stata una delle principali rassegne floreali anche a livello internazionale, con espositori arrivati da tutto il mondo.
Questa edizione ha comportato un notevole impegno per i soggetti coinvolti, anche per il breve periodo di organizzazione.
Grandi scenografie accolgono i visitatori in una zona tra le più belle di Genova, Nervi, con il suo centro, la sua passeggiata e soprattutto i suoi parchi, che ospitano la floralies.
Noi genovesi dichiariamo “dieci soldi di meno ma il mugugno libero” ed Euroflora 2018 non fa eccezione…come il costo del biglietto: 23 euro non sono pochi, è vero e pesano ancora di più se si affronta un viaggio! Nel biglietto sono compresi però gli spostamenti nel comune della città, treni compresi e che hanno una frequenza di quindici minuti, la navetta e la bellissima iniziativa che allarga la visita a tre musei dei parchi, Raccolte Frugone, GAM e Wolfsoniana con composizioni floreali a tema: bellissime le mostre e i fiori!
Abbiamo visitato Euroflora 2018 lunedì 23 aprile: l’organizzazione è stata perfetta. Arrivati con il treno, subito ci siamo spaventati per la lunga coda che si è smaltita in un quarto d’ora scarso. Il personale addetto è presente ovunque e aiuta a incanalare le persone dove si formano code. Sono presenti molti Mobility point che forniscono mezzi per girare agevolmente l’esposizione, diversi punti di ristoro, subito apprezzati con la fugassa e vin giancu (focaccia e vino bianco) e un ampio spazio riservato ai giochi dei bambini.
Più delle parole possono le immagini e allora iniziamo il giro!
Euroflora 2018: il giro.
I Parchi di Nervi sono formati da spazi comunicanti tra loro appartenuti alle ville storiche, ora musei, e un roseto, di proprietà del comune di Genova. Hanno alberi provenienti da tutto il mondo, tra i quali l’Albero del pepe, araucarie, palme tropicali e cinque alneri monumentali: l’Araucaria bidwilii, il Cinnamonum camphora (l’albero della canfora), la Jubaea chilensis, il Pinus halepensis (Pino di Aleppo) e lo Yucca elephantipes, il tutto in uno spazio compreso tra la Via Aurelia e la Passeggiata Anita Garibaldi sul mare.
Una sezione è dedicata alla distruzione di molte specie avvenuta durante la tempesta del 2016, subito dopo dei lavori di ripristino effettuati nei Parchi: a causa delle trombe d’aria, 196 alberi furono abbattuti o tagliati per sicurezza, alterando l’equilibrio del parco e molte strutture subirono dei danni.
L’entrata è vicina alla stazione ferroviaria e, percorsa Via Eros da Ros, si è accolti da ampi cerchi azzurri e bianchi. Il percorso ha simboli verdi e blu che indicano l’andata e il ritorno, ma noi li seguiamo saltuariamente, infilandoci negli innumerevoli vialetti.
Ci sono quatto grandi ambientazioni riferite ai quattro elementi:
- Red wave, il Fuoco, fiamme di margherite rosse accendono il verde del parco;
- Lago delle ninfee, l’Acqua, rallegrato dalle anatre:
- Germinazioni, la Terra, dove tra pareti fiorite verticali spuntano venti peperoncini in bronzo e resina policroma dell’artista Giuseppe Carta;
- Labirinto, Aria, dove ondeggiano alti papaveri rossi.
Spiccano le ballerine di Murcia, cittadina della Spagna, con le gonne colorate tra alberi di fiori, le erbe aromatiche della Regione Liguria e le felci del Comune di Genova, la casa ligure con il gozzo in giardino del comune di Zoagli e la ricostruzione di Avegno, cittadina dell’entroterra di Recco.
Si può immaginare una voce narrante che ci conduce lungo il sentiero delle favole e ci racconta la particolare fiaba “Una zuppa di sasso” (una metafora di un mondo diverso, possibile?) nello spazio del Parco Antola, la montagna dei genovesi e per me fonte di inesauribili ricordi di bambina!
Tra un percorso di specchi, esposizioni di alcuni vivai che offrono sempre piante e allestimenti veramente belle, percorsi sensoriali della Regione Piemonte, impossibile non ammirare U Dragun, simbolo della splendida Camogli.
Il Dragun è una imbarcazione a remi e a vela ricavata da una scialuppa di salvataggio di inizi ‘900 dal maestro d’ascia Ido Battistone nel 1968.
C’è spazio per la serra di basilico (siamo a Genova, no?) e per la cucina con le erbacce: avreste mai pensato al purè di parietaria o alla mousse di pratoline?
Tra archi, gazebi e muretti a secco, ammiriamo un giardino di piante grasse su un letto di ardesia.
Rilievo hanno avuto la Rosa di papa Francesco, un elleboro, e la margherita Itala dedicata a Italo Calvino.
Una nota merita il roseto. Purtroppo lo strano clima di questo fine inverno e inizi primavera ha ritardato le fioriture ed è un vero peccato. Si notano le delicate Banksiae alba e lutea, che hanno una fioritura precoce rispetto alle altre, che timidamente rallegrano l’inesorabile verde del roseto: un’occasione per tornare a visitarlo!
Euroflora 2018: i musei.
Bellissima iniziativa di questa edizione, vi consiglio di visitarli malgrado qualche coda: arte e composizioni floreali si avvicendano in un perfetto equilibrio!
Raccolte Frugone. Ospitate nella villa tardo seicentesca Grimaldi Fassio, colorate cornici e scale fiorate si integrano tra opere di Boldini, De Nittis, fontanesi, Segantini,…
Wolfsoniana. Ha un riferimento nella Wolfsonian-FIU di Miami in florida ed è stato il primo museo di arti decorative dell’Ottocento e Novecento in Italia. Sono presenti opere del Liberty, Art Dèco, Futurismo e Novecento.
E’ allestita una mostra di cartelli pubblicitari delle manifestazioni floreali liguri, come la Battaglia dei fiori di Ventimiglia e di promozione turistica.
GAM. La Galleria d’Arte Moderna ospita quasi 400 opere che spaziano dall’inizio dell’Ottocento ad oggi. Sono presenti, tra i molti artisti, Nicolò Barabino, progettista del Cimitero Monumentale di Staglieno, Giulio Monteverde,scultore di molte opere presenti nel Cimitero, De Pisis, Messina, Casorati, Guttuso.
In questi giorni si può ammirare la mostra “Alberi arcobaleno” della pittrice nerviese Maria Giulia Drago.
Euroflora 2018. 10.378 passi, mi segnala lo smartphone, che ci tiene alla mia salute: oggi ho raggiunto il 100%! :D
Lo sforzo organizzativo è stato grande per un tempo veramente limitato. Organizzazione veramente perfetta, il tempo tiene, la cornice di Nervi è favolosa e i Parchi sono una scenografia stupenda; la novità dei Musei è stata un arricchimento interessante…ma…Se effettivamente avremo una Euroflora tra due o tre anni, ci sarà tutto il tempo perchè molti espositori, anche internazionali, possano tornare a valorizzare ancora di più la floralies, con piante particolari e nuove ibridazioni.Inoltre, se la prossima mostra prevederà anche uno spazio chiuso, che potrà consentire temperature e umidità protette, rivedremo tante piante che qui non hanno potuto trovar spazio, per una Euroflora sempre più bella, sempre più ricca.
Grazie Marco! :)
Complimenti…e tanta invidia