Nelle prime due Serate Gastronomiche recchesi dedicate alle cucine di strada, gli Arrosticini abruzzesi sono stati tra i protagonisti insieme alla Focaccia col formaggio IGP.
Bracevia di Chieti
Ospite d’onore la Bracevia di Chieti che ha presentato e cucinato la carne di pecora abruzzese in due ristoranti, da Lino e da Alfredo, dove sono stata!
Massimo Cutropia ha raccontato con passione e calore l’amore per la sua terra e il suo lavoro, tra una marinatura della carne e una cottura e l’altra.
La Bracevia, che significa brace (nella) via perchè la brace arriva nelle strade, è nata nel 2005 per opera di Agnese e Maurizio per proseguire e diffondere la tradizione dell’uso della carne ovina che ha sempre caratterizzato l’Abruzzo.
La pecora è sempre stata fonte di sostentamento per la popolazione perché, come dice Maurizio, è uguale al maiale, non si butta via niente!
La lana era inoltre merce di scambio per ricevere quei prodotti che non erano disponibili, secondo la vecchia usanza del baratto.
Le pecore della Bracevia sono tutte autoctone, nutrite senza mangimi, macellate secondo la tradizione e frollate cinque giorni in media.
Maurizio ha spiegato che gli arrosticini sono stati un espediente dei pastori per utilizzare le pecore più vecchie, in cui piccoli pezzi di carne magra sono alternati a parti grasse che li insaporiscono e ammorbidiscono e infilzati in bastoncini di legno.
La difficoltà consiste nella cottura, nel dosare la brace e il calore: infatti ho visto che Maurizio li muoveva e girava velocemente!
Gli arrosticini abruzzesi sono inseriti nell’elenco dei P.A.T. (Prodotti agroalimentari tradizionali italiani) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.
Nella serata da Alfredo ho gustato anche le bistecche di pecora che devono essere marinate in una miscela di vino bianco, aglio e prezzemolo, mentre nella serata precedente da Lino erano protagonisti anche gli hamburger di pecora!
Il menù della serata!
Il menù della Serata Gastronomica, tornata con gran successo dopo un’assenza di dieci anni, ha visto specialità abruzzesi e liguri!
Con l’aperitivo ho gustato il salame aquilano, la ventricina che è un tipico salume abruzzese mediamente piccante, il pecorino canestrato di Castel del Monte e una fantastica schiacciata preparata dal Ristorante Alfredo!
Non poteva mancare la Focaccia di Recco col formaggio IGP, padrona di casa di tutte le serate!
Delicati i Ravioli di carciofi alla fonduta di formaggi e a seguire gli ospiti d’onore della serata:
la grigliata di pecora con gli arrosticini abruzzesi e le bistecche di pecora!
A conclusione della serata il ristorante Alfredo ha preparato un dolce molto rappresentativo, il Parrozzo.
Il Parrozzo
Il nome deriva da Pane rozzo ed è questo che volle rappresentare Luigi D’Amico nel 1920: una cupola che riproponesse il pane rustico dei contadini. Il giallo delle uova dava il colore del mais mentre la farina di mandorle e il semolino ne garantivano la ruvidità, il bruciato della sommità dalla copertura di cioccolato.
Gabriele D’Annunzio ne fu talmente entusiasta, che gli dedicò un sonetto:
È tante bbone ‘stu parrozze nóve
Che pare na pazzíe de San Ciatté
Chìavesse messe a ‘su gran forne tè
La terre lòavurate da lu bbove,
la terra grasse e luistre che se cóce
chiù tonne de ‘na provole, a ‘su foche
gientile, e che duvente a poche a poche
chiù doce de qualunquea cosa ddóce.
Prossime Serate Gastronomiche
Prossimi appuntamenti il 21 e il 22 marzo con Quelli della Bombetta, presso i ristoranti Vitturin 1860 e Da Ö Vittorio!