Tellaro,Teàe in dialetto, è uno dei borghi più belli d’Italia: un gruppo di case colorate abbarbicate su uno scoglio che spunta dal mare affacciate sulla baia del Golfo dei Poeti, di cui è l’ultimo centro abitato del lato orientale…in una parola?
Stupendo!!! Uno tra i borghi più belli e suggestivi, non solo della Liguria. Meno conosciuto di altre località dei dintorni, come le Cinque Terre o Portovenere, si raggiunge proseguendo la strada che porta a Lerici, attraversando Maralunga e Fiascherino.
Il termine Tellaro potrebbe derivare dall’etrusco-ligure tular che significa confine, o dal latino telus, dardo, usato per difendersi o ancora da tela, per il commercio di stoffa.
Ebbe origine da Barbazzano, un antico insediamento romano e subì le dominazioni di Genova e Pisa.
Tellaro, visita al borgo.
Tellaro è un borgo che, avendo subito numerose invasioni, è fortificato e ne rimangono tracce ancora oggi.
Oratorio di Santa Maria in Selàa
Il primo monumento che si incontra è l’Oratorio di Selàa, che significa sull’ara. E’ situato in una splendida posizione, molto panoramica. Inizialmente fortificazione, divenne sede dei Battuti di Santa Maria nel 1660.
Fu sconsacrato nel 1940 per diventare alloggio della Marina.
E’ stato restaurato nel 2009 ed attualmente è sede di manifestazioni culturali, mostre d’arte e location per la celebrazione di matrimoni civili.
Torre
Scendendo si incontra una delle due torri rimaste delle tre esistenti: la seconda è diventata campanile della Chiesa di San Giorgio. Raggiungendo il mare si arriva alla chiesa di San Giorgio, che spicca per il suo colore rosa acceso, in sintonia con le case della costa ligure.
Chiesa di San Giorgio
Costruzione integrata nel sistema di fortificazione del borgo, fu edificata fra il 1564 e il 1584 sulle rovine di un edificio precedente eretto nel 1300 dai genovesi dopo la battaglia della Meloria.
Consacrata nel 1584, una delle torri fu trasformata in campanile.
Interno a tre navate, ha un pavimento in marmo bianco e bardiglio di Carrara e un bassorilievo del XVI secolo.
Nel portale in marmo bianco di Carrara sono scolpite due cornucopie con al centro San Giorgio che sconfigge il drago.
Leggenda del polpo di Tellaro
La Chiesa di San Giorgio è legata alla leggenda del polpo grazie al quale Tellaro si salvò dall’invasione, anche se di chi non è chiaro, in un intreccio di storia e leggenda.
ARTICOLI SUGGERITI
Sui suoi muri si trova scritto infatti:
Saraceni mare nostrum infestantes sunt noctu profligati quod polipus aer cirris suis sacrum pulsabatSaraceni mare nostrum infestantes sunt noctu profligati quod polipus aer cirris suis sacrum pulsabat
Sotto-Ria
Vicino alla Chiesa di San Giorgio si nota una bella cancellata in ferro battuto che introduce in una galleria coperta: Sotto-ria, Sotto-ripa.
Fu costruita intorno al 1300 a difesa del borgo dalle incursioni dei saraceni, catalani e pirati locali.
È lunga 70 metri, larga 2,20 metri, con una volta a botte alta 2,95 metri. La pavimentazione è formata da ciottoli dell’arenile di diverse forme, dimensioni e colori formano disegni geometrici.
Dalle ampie finestre in pietra gli abitanti scrutavano i nemici e si difendevano gettando olio bollente.
Faceva parte del cammino di ronda che comprendeva una torre quadrata ormai demolita, il torrione circolare della Chiesa di San Giorgio e l’Oratorio di Santa Maria Assunta.
Sopra Sotto-ria è costruita la palazzata fronte mare, costituita dagli alti palazzi che ritroviamo in tante località della Liguria, come nella vicina Portovenere.
Piazza della Marina
Insieme alla Piazza di Selàa, dall’omonimo Oratorio, è il luogo di aggregazione dove si svolgono le manifestazioni e le feste, oltre a essere un riparo per le barche durante le mareggiate.
È un punto panoramico da cui lo sguardo volge verso l’isola di Tinetto, le case di Tellaro che si innalzano verso la collina, Sotto-ria e la colorata chiesa.
A margine della piazza è presente l’antico lavatoio pubblico, ricavato da due incavi naturali rivestiti di pietre e delimitati da un muretto per raccogliere l’acqua dell’adiacente sorgente Capoàigua.
Tellaro nelle parole degli artisti
La bellezza e l’incanto di Tellaro, come di tutto il Golfo dei Poeti, sono stati decantati da artisti italiani e internazionali.
Mario Soldati vi trascorse la vecchiaia: a lui il comune ha dedicato una targa all’ingresso del borgo. Il regista scrisse “Il polipo e i pirati” sulla leggenda del polpo che suonò le campane.
Il già citato Lawrence scrisse
“Quando vado a Tellaro a prendere la posta, mi aspetto sempre di incontrare Gesù che conversa coi discepoli come se andasse lungo il mare sotto i grigi alberi luminosi”,
mentre Percy Bysshe Shelley declamò nel 1882:
“Io, come la rondine di Anacreonte ho lasciato il mio Nilo e sono migrato qui per l’estate, in una casa isolata di fronte al mare e circondata dal soave e sublime scenario del Golfo della Spezia”.
Sono di Montale i versi:
Verso Tellaro
… cupole di fogliame da cui sprizza
una polifonia di limoni e di arance
e il velo evanescente di una spuma,
di una cipria di mare che nessun piede
d’uomo ha toccato o sembra, ma purtroppo
il treno accelera…