La statua di Caterina Campodonico, nota come Cattainin dae reste, è una tomba del Cimitero di Staglieno tra le più famose e amate dai genovesi, per la sua storia che avvince e commuove!
Caterina nasce nel 1804 da una famiglia povera, che non le può garantire un’istruzione. Inizia a lavorare giovanissima, vendendo collane di noccioline, le reste, e canestrelli nelle feste di paese e le fiere del genovesato e del basso Piemonte.
Neanche negli affetti è fortunata: sposa ragazza il gran bevitore e fannullone Giovanni Carpi, dal quale si separa ma, per ordine del giudice, è costretta a versargli tremila franchi perché è lei ad avere abbandonato la casa!
Caterina Campodonico, donna determinata e volitiva, conduce una vita di duro lavoro, risparmi e povertà. Già anziana si ammala e le sorelle, che sempre la hanno criticata, invece di accudirla litigano tra loro per spartirsi un’eredità che vedono prossima.
Cattainin invece guarisce e prende una decisione: investirà tutti i suoi risparmi in una tomba per quando sarà morta.
Sceglie lo scultore Lorenzo Orengo, a cui si devono molte opere di pregio nel Cimitero di Staglieno e segue personalmente il progredire dell’opera: deve rappresentarla esattamente come lei è. Ecco così che prendono forma lo scialletto sulle spalle finemente scolpito, la gonna di broccato, il grembiule con il pizzo, i gioielli in filigrana e le collane di noccioline tra le mani nodose, come un rosario.
L’epitaffio di Caterina Campodonico.
Chiama anche il poeta dialettale Giambattista Vigo a scriverle un epitaffio in genovese:
Vendendo collane e ciambelle
All’Acquasanta, al Garbo a San Cipriano
Con vento e sole e con acqua a catinelle
Per assicurarmi un pane nella vecchiaia
Fra i pochi soldi mettevo via
Quelli per tramandarmi nel tempo
Mentre son viva e son vera portoriana
Caterina Campodonico (la paesana)
1881
Da questa mia memoria se vi piace
Voi che passate pregatemi la pace.
La statua è pronta nel 1881 e ogni giorno Caterina Campodonico si reca presso la sua tomba, agghindata come la sua statua e orgogliosa di essere lei popolana tra nobili e personaggi celebri.
Muore il 7 luglio 1882 e ai funerali, celebrati nella Chiesa di Santo Stefano nel centro di Genova, partecipa una folla enorme: qualcuno gioca al lotto i numeri della data della sua morte e vince!
Questa donna coraggiosa, quasi una femminista ante litteram, porta quella fortuna che lei non ha mai avuto agli altri ed è per questo che forse sulla sua tomba sono sempre accesi dei lumini!
Verissimo Milva, è uno spettacolo davvero che ci possiamo gustare da vivi!!! Se capiti a Genova puoi aggiungerlo a tanti altri giri che puoi fare!
Questo cimitero è come uno spettacolo continuato, ti giri da ogni parte e ti incanti a vedere certe scene che solo qui si vedono. sono stata 40 anni fa a visitarlo ma lo vedrei volentieri ancora una volta prima di……